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Inter-Mazzarri, prendere o lasciare? I 3 pro e i 3 contro alla permanenza del tecnico

In queste due stagioni in quali partite l’Inter ha fatto veramente divertire? Se ne ricordano poche, a voler guardar bene. L’ultimo anno ha visto l’Inter cercare di non annegare e alla fine è riuscita a restare a galla acciuffando un quinto posto non senza fatica. Come se non bastasse quest’anno sta andando tutto molto peggio, e alla sesta giornata l’Inter ha sfiorato il fondo, con una sola persona sotto una marea di critiche: Walter Mazzarri. Ma l’Inter può fare a meno di lui?

Il tecnico livornese sta creando intorno alla squadra un muro che sembra portare più problemi che benefici, i risultati parlano da soli. Nelle conferenze stampa si è ormai creato un clima insostenibile, dove ogni domanda dei giornalisti è interpretata da Mazzarri come una critica non costruttiva o un attacco ingiusto. In poche parole il mister sta creando un fortino intorno e lui e ai giocatori, ma l’impressione è che mai come in questo momento l’Inter abbia bisogno dell’aiuto esterno, soprattutto dei tifosi (che si sentono sempre più esclusi), ma anche della stampa che tanto viene colpevolizzata.

Tre motivi per esonerare Mazzarri

1. È chiaro che in questo momento i motivi che spingono per l’esonero di Mazzarri sono tanti. I risultati sono negativi, la classifica è critica e soprattutto il terzo posto si è allontanato fin troppo per essere a inizio campionato.

2. La squadra non ha un’identità di gioco, non si vedono mai schemi predefiniti e neanche quell’organizzazione tattica per la quale l’ex tecnico del Napoli è sempre stato elogiato. Poche azioni da gol, ad eccezione della partita con l’accondiscendente Sassuolo, e quelle poche che si creano sembrano più nate per caso che essere frutto di un allenamento specifico. Definire le partite dell’Inter noiose sarebbe un complimento, i novanta minuti passano sperando nei colpi di Kovacic, nei cross tutt’altro che invitanti che partono spesso dalle fasce, oppure nei numerosi calci d’angolo di cui si vanta l’allenatore nerazzurro. Riassunto: zero gioco e pochi giocatori in grado di fornire il giusto cambio di passo.

3. Mazzarri dovrebbe andarsene perché l’impressione è che l’ambiente abbia bisogno di una scossa che porti nuove motivazioni e un’atmosfera più grintosa nello spogliatoio, i giocatori appaiono molli e svogliati, e di conseguenza anche i tifosi, che molto spesso sono stati letteralmente l’uomo in più per l’Inter. La sensazione è che la squadra abbia bisogno di un tecnico tifoso, che senta l’Inter addosso e in modo viscerale, garanzie che Mazzarri non sembra dare e che non ha mai dato nelle precedenti esperienze.

Esistono (e sono pochi per la verità) anche dei fattori che fanno pensare che, almeno per il momento, la soluzione migliore sia quella della permanenza dell’allenatore.

Tre motivi per confermare Mazzarri

1. Primo motivo: lo stipendio. Mazzarri percepisce uno stipendio di 3,3 milioni di euro l’anno, il secondo in Serie A dopo Benitez. Viene molto difficile pensare di esonerare Mazzarri e continuare a pagare il salario con il fair play finanziario alle calcagna, Thohir ha le mani legate in quest’ambito.

2. Prendere un traghettatore con relativo stipendio fino a giugno? Prendere un allenatore definitivo con cui iniziare un (altro) nuovo progetto? La risposta a queste domande appare unica e chiara: cacciando il tecnico si dovrebbe ricominciare da zero il progetto tanto pubblicizzato dalla società, questo vuol dire chiamare un nuovo allenatore che dovrà ripartire da capo, chiedendo il solito tempo. Un tempo che l’Inter non può più permettersi di aspettare. Perciò il secondo motivo che spinge verso la conferma di Mazzarri è la continuità, il progetto.

3. Terzo motivo: lasciamolo lavorare. Siamo solo alla sesta giornata, il campionato è lungo, ci sono ancora molti punti in palio. Mazzarri vuole più tempo perché ha ricevuto i ragazzi “alla spicciolata” come ripete spesso, perché molti giocatori sono nuovi e altri poco in forma (in primis Palacio). La pazienza di tutto l’ambiente, tifosi e componente dirigenziale, è veramente alla spicciolata, quindi ci si aspetta una reazione soprattutto dai giocatori, e serve un mister che li sappia guidare nelle difficoltà, cosa che adesso non sta accadendo. Alla fine sono i giocatori che vanno in campo e non l’allenatore. Va detto anche che il tanto elogiato calciomercato estivo si sta rivelando per quello che è: qualche calciatore buono ma nessun top player, perciò l’allenatore deve lavorare con quello che ha a disposizione.

Si continuerà con Mazzarri ma non si sa ancora per quanto. L’impressione è che la posizione del tecnico sia molto a rischio: la prossima partita potrebbe essere quella decisiva.

Tommaso Tota – www.calciomercatonews.com

Ale Santa

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