Squadra che vince non si cambia. E così, la Juventus, pur cambiando allenatore, ha deciso di puntare su tutti i suoi uomini rinforzando la rosa con acquisti mirati. Il risultato è una Juventus bella e vincente come dimostrano le vittoria in campionato e in coppa. Della squadra bianconera e delle mosse di mercato, ai microfoni di Radio 1, ha parlato Beppe Marotta: “Il nostro obiettivo è lottare per vincere il campionato e cercare di fare bene anche in Europa dove però ci sono compagini più forti della nostra. Penso si possano fare correttivi. Il nostro è avere una squadra che possa raggiungere tutto quello che ci siamo prefissati. Campionato o Champions? Mi piacerebbe vincere entrambe, ma dovendo scegliere, direi che la Champions ha un fascino particolare”.
CALCIOMERCATO JUVENTUS: I RITOCCHI INVERNALI
Sui possibili acquisti di gennaio, Marotta è chiaro: “Se a gennaio ci saranno necessità allora vedremo se fare correttivi. Siamo contenti del gruppo messo a disposizione di Allegri, siamo competitivi in Italia e anche in Europa, dove però ci sono corazzate più importanti della nostra. Sento critiche alla difesa ma se non sbaglio dopo tre partite ancora non abbiamo subito gol. La concorrenza stimola al maggior impegno: Pirlo è un campione ed il suo posto non è solo in campo, ma anche quello che può dare nello spogliatoio. Dal punto di vista calcistico, finora, la sua mancanza non si è fatta sentire ma da qui alla fine sicuramente avremo bisogno di lui come degli altri centrocampisti. Negli ultimi anni l’appeal Juventus è tornato quello di un tempo. Anni fa Di Natale non volle venire, ora i campioni vengono volentieri. Abbiamo creato una struttura con Paratici che ci permette di cogliere le opportunità di mercato”.
Con tre vittorie in campionato e un successo in Champions League, Massimiliano Allegri ha scacciato il pessimismo delle prime settimane: “Nove punti in tre gare dimostrano che noi e la Roma siamo due formazioni di alto livello, saremo seri candidati allo Scudetto. Allegri? Lo scetticismo era una sensazione diffusa. Il cambio di un tecnico che ha vinto tre Scudetti di fila poteva essere un colpo negativo. E’ il leader del gruppo ma credo che dietro a tecnico e squadra ci debba essere una società solida che deve supportare il lavoro dell’allenatore. Allegri ha grandi meriti, non è uno sconosciuto. E’ un vincente”.
Gli stranieri in serie A: “Tanti stranieri? Non è un discorso solo di qualità ma anche di costi: squadre di B o Lega Pro chiedono cifre spropositate per giocatori che ancora non hanno dimostrato niente. In Italia andrebbe fatto un lavoro sui ragazzini, che si stanno allontanando dal calcio per praticare anche altri sport, magari con un percorso scolastico affiancato Marchisio ad esempio viene dal settore giovanile e ha una juventinità molto pronunciata. Zaza, Berardi e Gabbiadini? Abbiamo già cinque punte in rosa, forse non avrebbero trovato spazio qui come al Sassuolo e alla Samp. Immobile invece era in comproprietà con il Torino e lui ci ha espresso la volontà di andare al Borussia Dortmund, poi ci sono anche delle esigenze economiche”.
Su Morata: “Morata in panchina? si è infortunato in maniera preoccupante al primo allenamento e ha ripreso da poco. Contiamo molto su di lui, ma la concorrenza in attacco è tanta. abbiamo tante competizioni da giocare e quindi avrà il suo spazio”.
La politica di Tavecchio: “Si è parlato molto di spartizione dei diritti tv, ma poco di politica calcistica. Con Tavecchio si è iniziato a parlare di riforme, ma per noi è fondamentale creare le seconde squadre, come avviene in tutta Europa tranne che in Italia, invece che di seconde proprietà che non ha nessuno. La Juve ha 65 giocatori quest’anno, tanti dei quali in prestito tra A, B e Lega Pro. C’è bisogno di creare una scuola federale che possa creare dirigenti calcistici e allenatori. spesso i presidenti non capiscono che ci sono dei dirigenti nel calcio, che nel resto d’Europa hanno uno spazio importante e notevole. Lotito può dire quel che vuole, io rimango del mio pensiero e non mi offendo di certo. Ritengo però pericoloso accentrare il potere in una sola persona. In Italia oggi abbiamo 102 società professionistiche, caso unico in Europa: dobbiamo ridurlo per aumentare la qualità. In Serie A c’è molto più stress perché le piccole danno sempre battaglia; scendere a 18 squadre darebbe modo alle grandi che hanno tanti giocatori in nazionale di far rifiatare i suoi: Buffon lo scorso anno ha giocato più di 60 partite”.
Infine, una battuta su Balotelli: “Non abbiamo mai trattato Balotelli”.