Sassuolo, non solo Zaza e Berardi: i 3 segreti della squadra più italiana della Serie A

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Nel periodo in cui le squadre di Serie A si affidano sempre di più a calciatori  stranieri, esiste un club che va decisamente controtendenza. Stiamo parlando del Sassuolo, compagine salita alla ribalta negli ultimi giorni grazie alle prodezze di due suoi campioncini che rispondono al nome di Zaza e Berardi, rispettivamente mattatori con l’Italia di Conte e l’Under 21 di Di Biagio. La rosa dei neroverdi è formata da 25 italiani su 28; fanno eccezione soltanto Taider, arrivato questa estate dall’Inter, Vrsaljko, strappato al Milan, e Chibsah. In breve tempo la squadra di Squinzi è passata da Cenerentola del campionato a modello da seguire e imitare. La passata stagione, la prima in assoluto nella massima serie del club, è stata piuttosto travagliata con la salvezza raggiunta quasi in extremis grazie a un 4-2 rifilato al Genoa alla penultima giornata. Nelle prime quattro partite di quell’annata arrivarono altrettante sconfitte, alcune piuttosto pesanti come lo 0-7 interno subito contro l’Inter. A pagarne le spese fu il traghettatore Di Francesco, esonerato in favore di Malesani prima di tornare alla guida della squadra dopo la deludente gestione del tecnico veronese. Oggi sembra che in casa Sassuolo ci sia un clima differente dovuto a una maggiore sicurezza nei propri mezzi. Non dovrebbero esserci problemi per raggiungere una salvezza tranquilla.

 

ZAZA-BERARDI, IL MAPEI STADIUM E UNA ROSA QUASI INTERAMENTE ITALIANA

I punti di forza del Sassuolo sono fondamentalmente tre. Primo: la nuova coppia da gol che sta facendo impazzire l’Europa. Il tandem è formato da Berardi e Zaza due che per arrivare a questi livelli hanno fatto una discreta gavetta nella loro giovane carriera. Entrambi sono arrivati in Emilia dalla Juventus: Berardiè in comproprietà con i neroverdi mentre Zaza è tutto del Sassuolo ma i bianconeri possono riportarlo a Torino sborsando 14 milioni di euro (se lo prenderanno a giugno 2015; la cifra sale a 18 se l’affare dovesse slittare al 2016). I due gioiellini italiani hanno già dimostrato di potersi giocare le loro chance in Nazionale con Zaza già protagonista dell’Italia di Conte e Berardi trascinatore dell’Under 21 di Di Biagio. Secondo: lo stadio di proprietà ovvero il Mapei Stadium. In uno scenario desolante come la Serie A di questi anni possedere un impianto vuol dire molto in termini economici e da questo punto di vista il patron dei neroverdi Squinzi è riuscito in una piccola impresa. Terzo: una rosa quasi interamente formata da giocatori italiani. Modello ammirevole capace di fornire, lo sperano gli addetti ai lavori, benzina importante per la Nazionale negli anni a venire.

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