Direttamente dal ritiro della Nazionale, in conferenza stampa, parla Emanuele Giaccherini. Le prime dichiarazioni sono tutte per il suo mentore, Antonio Conte: “L’ho trovato come l’avevo lasciato, carico, determinato, con grande voglia di vincere, con grande entusiasmo. Fin dal primo giorno ha iniziato subito a farci fare quello che è il suo pensiero calcistico. Il mister molto duro in campo, pretende molto dai proprio giocatori però questo ha il risvolto della medaglia che i giocatori quando vanno in campo si esaltano e danno il 110%. E’ un allenatore che nella propria carriera ha vinto tanto e ha ancora voglia di vincere”.
Giaccherini torna sulla questione soldatini: “vengano, ma non tutti sono soldatini. In una squadra ci deve essere anche la qualità oltre che la quantità. Contro l’Olanda abbiamo fatto una grande partita, il mister è rimasto contento come tutti, non era facile ripartire. La strada è quella giusta“.
Giaccherini torna in Nazionale dopo essere stato escluso dalla spedizione azzurra in Brasile: “Ero e sono arrabbiato, negli ultimi due anni ero sempre stato in Nazionale, con regolarità. E nel momento più importante, ho saltato un avvenimento che non so se mi ricapiterà. Però nello stesso tempo ho preso la decisione di Prandelli con serenità, non ho rimpianti. Anche se sono andato all’estero, non penso sia quello che abbia influito. Ho rispettato la sua scelta. Sicuramente ho una grande cattiveria, una grande rabbia, che trasformo in energia in campo. Quando vado in campo do il massimo, sicuramente ho anche più esperienza. Cerco di mettere a disposizione le mie caratteristiche per la squadra». Ma in Brasile si sarebbe schierato con i senatori o con i giovani? «Vorrei esserci stato, però indietro non si torna. Quando vengo in Nazionale sto con tutti, con i vecchi e con i giovani. Sinceramente sono due anni e mezzo che sono qua, diciamo che mi sento nel mezzo“.
Il grande feeling tra Conte e Giaccherini: “E’ una bella responsabilità. Giovedì con l’Olanda è stata , in 20 presenze, la partita che sentivo di più. Quindi sono contento, mi piace avere responsabilità, come tutti i calciatori sono qui per giocare, divertirmi. Fino a che il mister mi darà la possibilità di giocare, sarò contento. E sarò ugualmente a disposizione anche quando deciderà di far giocare gli altri». Conte cambiato? «L’ho ritrovato uguale come l’avevo lasciato, nel preparare la partita, negli allenamenti, nel carattere, nella serietà. Forse l’ho visto un po’ più sereno“.
Su Chiellini: “C’è un regolamento, dobbiamo attenerci a quello. Si sono parlati con la Juve, hanno deciso di farlo tornare a Torino. La presenza di Chiellini è importante, per il gruppo, lo spogliatoio, anche se non poteva giocare. Tutti gli allenatori vorrebbero avere giocatori così, quindi sicuramente ci dovrà essere tra Juve e Nazionale collaborazione. Non so se Conte ci è rimasto male. La presenza di Giorgio, di Gigi, Di Daniele è importante: sono bandiere“.
Sulla Norvegia: “Sinceramente non mi sono pentito, sono contento di fare questa esperienza, sono nel campionato più bello al mondo in questo momento. L’anno scorso non è andata benissimo, ma neanche male. Al primo anno ho fatto 25 partite, 5 gol. Secondo me non è proprio stato tutto da buttare. Quest’anno andrà meglio, ne sono sicuro. Un’esperienza importante». Una rivincita dopo l’addio alla Juve, per lui e gli altri ex bianconeri come Quagliarella? «Giocare nella Juventus non è facile, perché Quagliarella davanti aveva Llorente, Tevez, Vucinic, io Marchisio, Vidal e Pogba. Non è facilissimo. Mi aspettavo la convocazione fino a un certo punto, perché era all’inizio e mi ero fatto male un mese fa, uno stiramento nell’ultima amichevole. Ho ripreso con il Sunderland, ho fatto la partita in Coppa, sono entrato nella terza di campionato con il Qpr, 25 minuti, e il mister mi ha chiamato. Sicuramente quando lui è arrivato in Nazionale mi sono detto: posso avere più chance”.
Giaccherini parla di un suo probabile ritorno in serie A: “Non ho ricevuto nessuna chiamata da parte di squadre italiane, ho letto anche io alcune notizie, ma nulla di diretto. Ho un contratto con il Sunderland fino al 2017 e quindi sono contento di rimanere in Inghilterra». E la Serie A vista dall’Inghilterra? «Non è un campionato piccolo, rimane tra i più importanti al mondo però negli ultimi anni ha perso un po’ di valore. I giocatori preferiscono Premier e Bundesliga, che sta venendo su molto forte, perché anche a livello economico sono campionati che permettono di acquistare giocatori con grande facilità”.
Chiusura dedicata a Balotelli: “E’ una decisione che ha preso Prandelli, Mario sicuramente è un grande campione, che ha magari qualche difetto ma che potrà tornare utile alla Nazionale. In questo momento non è stato convocato ma non è detto che la prossima volta non sia qua. Nella sfida con il Liverpool ci scambieremo la maglia, è sicuro“.
Stella Dibenedetto – www.calciomercatonews.com
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