FOCUS ALLENATORE – Dopo aver parlato di portieri, difensori, centrocampisti e attaccanti, adesso è il momento di dedicarci alla figura dell’allenatore. Qual è il miglior tecnico d’Europa? La sfida si presenta ardua perché in lizza ci sono i mister dei club più prestigiosi del continente, ognuno dei quali è caratterizzato dal proprio modo di lavorare e di gestire la squadra: si va dal filosofo Guardiola al ego smisurato di Mourinho, dalla classe di Ancelotti alla foga di Simeone. Solitamente quando si vince il merito è sempre dei giocatori, perché sono loro che hanno disputato un grande match, ma le volte in cui si perde la colpa è sempre degli allenatori rei di aver lasciato in panchina l’uomo più in forma o di aver scelto il modulo sbagliato.
Con l’addio di Guardiola a Barcellona non sono riusciti a inaugurare un nuovo ciclo vincente come quello vissuto sotto la guida di Pep. Per motivi diversi, né Vilanova né Martino sono riusciti a piantare il germe del calcio spettacolo. Ora è il turno di Luis Enrique, uno che già ai tempi della Roma aveva fatto intuire un gioco spagnoleggiante pur con tutti i limiti dei giallorossi dell’epoca. Intanto il Barça ha iniziato a convincere: interessante il mix fra giovani e Messi.
Uno degli allenatori più silenziosi quanto eleganti d’Europa. Ha vinto ovunque ed è riuscito persino a far sollevare La Decima Champions al Real Madrid. In una squadra di campioni è stato in grado di creare un equilibrio perfetto. La nuova sfida: ripetersi con una rosa ancor più competitiva della passata stagione.
L’anno scorso il suo Atletico Madrid è stata la squadra rivelazione dell’anno: vittoria in Liga e finalista in Champions League. I Colchoneros rappresentano appieno lo stile del proprio allenatore: tra le mura amiche amano giocare a ritmi forsennati mentre in trasferta dimostrano un’organizzazione difensiva singolare. Agonismo allo stato puro per il Cholo.
Dall’Olanda al Manchester United: Van Gaal deve far dimenticare ai tifosi dei Red Devils la sciagurata gestione Moyes. Basterà un calciomercato pazzesco come quello fatto in estate per tornare ai vertici della Premier? Intanto l’ex allenatore del Bayern deve inventarsi una formazione ricca di stelle evitando di presentare un modulo squilibrato.
Ogni anno migliora sempre di più affinando gli errori commessi nella stagione precedente. Il City ha una rosa competitiva e forte in ogni reparto. Il 4-2-3-1 è la chiave per far bene e il razionale tecnico ex Villareal lo ha capito da tempo.
Sul suo conto è stato detto e scritto di tutto: resta poco da aggiungere. Il portoghese ha buone chance di rivalsa dopo un’annata non troppo soddisfacente. Il Chelsea si è rinforzato e i giocatori adesso non mancano.
Il francese è diventato una sorta di autorità. Dal 1996 è alla guida dell’Arsenal: non ha vinto quanto avrebbe meritato ma l’allenatore in questione non si discute.
Il Psg degli sceicchi gli ha affidato il compito di vincere ed espandere il brand anche fuori dai confini nazionali. In Ligue 1 è una sorta di passeggiata: il prossimo step è lottare per la Champions League.
Ripetere a Monaco quanto fatto a Barcellona è impossibile ma Guardiola è comunque riuscito a cambiare il calcio del Bayern. I bavaresi sono una delle corazzate d’Europa.
Con il Borussia è riuscito piano piano a emergere fino a diventare uno dei migliori allenatori d’Europa. La sua foga agonistica è l’arma in più per spronare la squadra a dare sempre il massimo. Ogni anno i gialloneri di Germania perdono pezzi pregiati ma lui riesce sempre a sopperire a tali cessioni.
Dopo un anno negativo alla guida del Milan, Max Allegri è stato chiamato a sostituire Conte sulla panchina della Juventus. Il livornese ha accolto la sfida con entusiasmo. I mezzi per fare bene non mancano.
Al primo anno in Italia, Rudi Garcia ha portato la Roma al secondo posto alle spalle soltanto della Juventus dei record. Adesso, dopo una campagna acquisti superba, la piazza si aspetta il salto definitivo: Scudetto e una discreta figura in Champions League.
Lo spagnolo è un asso a vincere le coppe, meno a portare a casa le competizioni lunghe come il campionato. De Laurentiis non ha regalato particolari rinforzi al Napoli quindi Benitez deve accontentarsi dell’ossatura della squadra dell’anno precedente.
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