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Portogallo, delusione in Brasile: i 3 motivi del fallimento


MONDIALI BRASILE 2014 – Il Portogallo esce dal gruppo G alle spalle di Germania e Usa. Gli americani, si badi bene, non avevano niente in più degli europei che dal canto loro potevano tranquillamente sperare nel passaggio del turno almeno come seconda forza del girone. Non è andata così e per il C.t Bento non mancheranno le critiche della sua patria dove i tifosi si aspettavano ben altro che una misera eliminazione al primo turno. La situazione assume dimensioni tragiche – in chiave sportiva, sia chiaro – se si vanno a leggere i nomi della rosa: fra la truppa di giocatori spediti in Brasile figurava anche Cristiano Ronaldo nonché Pallone d’Oro in carica. Altri campioni non mancavano di certo: da Pepe a Coentrao, da Joao Moutinho a Nani. Eppure la loro classe si è vista pochissimo, soltanto a sprazzi nei momenti più critici. Ma quando, nel secondo tempo della sfida contro gli Usa, si è iniziato ad intravedere qualcosa, era ormai troppo tardi. L’ultima vittoria contro il Ghana ha lasciato in bocca l’amaro per essersi svegliati tardi. Con un minimo di accortezza in più all’esordio di fronte alla Germania, il Portogallo avrebbe potuto tranquillamente proseguire nell’avventura brasiliana. Invece altra prova scadente dopo la mezza delusione di Sud Africa 2010 (eliminazione agli ottavi): andò meglio nel 2006 dove i portoghesi si arresero soltanto in semifinale.  Ma questa volta i mezzi per far bene c’erano eccome. Ecco i 3 motivi principali di questa spedizione opaca.

TROPPA DIPENDENZA DA CR7
Affidarsi al genio di un solo giocatore può essere pericoloso. D’accordo che Cristiano Ronaldo è uno dei campioni più forti al mondo ma come qualsiasi essere umano può riscontrare problemi fisici o incappare in giornate storte. Contro la Germania Cr7 è stata una presenza impalpabile e i suoi compagni hanno brancolato nel buio senza la luce della loro stella. Con gli Usa l’asso del Real ha salvato la patria servendo l’assist vincente a Varela per il 2-2 finale e nell’ultima sfida ha segnato il suo primo e unico gol nella manifestazione.  La verità è che al Portogallo manca un piano B, una via d’uscita nel caso in cui la vena creativa di Ronaldo sia otturata.

MANCA UN BOMBER
Dopo l’addio di Pauleta, storico attaccante della Nazionale portoghese, il Portogallo ha faticato a trovare un giocatore in grado di farsi sempre trovare pronto nelle aree avversarie. I vari Hugo Almeida ed Helder Postiga hanno mostrato evidenti limiti tecnici mentre Eder non è parso del tutto maturo. Senza un goleador di razza anche il 4-3-3 perde gran parte della sua efficacia: le ali (Cristiano Ronaldo e Nani) non mancavano ma lo stesso non può dirsi per la boa in mezzo.

DIFESA BALLERINA
Pepe, Bruno Alves e Coentrao: questi tre sono i nomi più caldi della retroguardia portoghese. I due giocatori del Real Madrid non hanno però offerto le stesse prestazioni mostrate nei match con la maglia delle Merengues.  Pepe inoltre ha commesso un errore madornale (che poi è costato carissimo al Portogallo) all’esordio contro la Germania: fallo e mezza reazione su Muller che gli è valsa l’espulsione. Bruno Alves ha il fisico e un buono stacco aereo ma di fronte ad avversari rapidi sembra un pesce fuor d’acqua. Coentrao ha dovuto salutare i compagni in anticipo complice un brutto infortunio nella gara inaugurale mentre a destra Joao Pereira e e Andrè Almeida non sembrano all’altezza del ruolo. E 7 gol subiti in tre partite sono tantini…

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