MONDIALI BRASILE 2014 – In Francia non erano più abituati ad avere grandi ambizioni in campo internazionale. La Nazionale francese si presentava in Brasile dopo la debacle di Sud Africa 2010: spogliatoio sfasciato, giocatori contro l’allenatore e polemiche a non finire della carta stampata. Assolutamente non un bel biglietto da visita per i Galletti, abituati storicamente a non conoscere vie di mezzo: o svolgono un grande Mondiale o fanno una figuraccia. Le montagne russe della Francia sono iniziate nel 1998 quando i Blues si laurearono campioni del Mondo nella manifestazione organizzata a casa loro; successivamente nel 2002 clamorosa eliminazione ai gironi in Corea-Giappone quindi finalisti sconfitti contro l’Italia in Germania nel 2006 e infine la beffa africana con un altro bruciante stop al primo turno. Oggi qualcosa sembra essere cambiato nella Francia a cominciare dal metodo di lavoro introdotto dal ct Deschamps: via quei giocatori non consoni al suo progetto – anche a costo di scontentare l’opinione pubblica – dentro discrete sorprese che alla lunga stanno dando ragione all’ex tecnico della Juventus. Nella prima gara del gruppo E la Francia ha sconfitto l’Honduras con un secco 3-0: fin qui niente di emozionante visto il modesto valore dell’avversario. Nella seconda sfida contro la Svizzera è arrivato un plateale 5-2 a conferma di una netta predominanza della squadra transaplina sugli elvetici. La qualificazione agli ottavi di finale è già in cassaforte e in terra francese c’è già chi inizia a sognare in grande. Questa volta il Mondiale può trasformarsi da miraggio insperato a obbiettivo concreto: ecco tre motivi.
La Francia ha finalmente trovato il suo trascinatore. Karim Benzema è sbocciato del tutto, appare maturo e cosciente dei propri mezzi. Il valore del giocatore del Real Madrid non è mai stato in discussione ma è anche vero che raramente in Nazionale l’ex Lione è stato determinante come in questo Mondiale. Le due vittorie dei Blues portano la sua firma: all’esordio contro l’Honduras ecco una doppietta mentre con la Svzzera ecco un altro sigillo. Totale: 3 gol in 2 partite. Potevano essere 5 ma va benissimo così: nessuno in Francia osa lamentarsi.
Direte: la Francia ha fin qui incontrato avversari modesti. Giusto ma vi ricordate degli errori incredibili giusto quattro anni fa contro squadre di caratura simile alla Svizzera? Il 4-3-3 disegnato da Deschamps va che è una meraviglia: la linea difensiva, formata da Debuchy, Varane, Sakho ed Evra, concede pochissimo e il centrocampo risente positivamente del giusto equilibrio tra forza bruta e classe (Pogba, Sissoko e Matuidi). Davanti poi Benzema è ben supportato da elementi rapidi come Valbuena e Griezmann. Senza dimenticare poi le riserve (Giroud, Remy), gli infortunati dell’ultimo minuto (Ribery) e gli assenti per scelta tecnica (Nasri).
Il vecchio 4-2-3-1 concedeva troppo agli avversari. Come fare per aggiustare questa pecca? Il cambio dell’intero assetto. Il 4-3-3 assicura una copertura maggiore e i quattro dietro sembrano trovarsi maggiormente a loro agio. C’era molto scetticismo intorno ad alcuni giocatori: Sakho non ha trovato molti spazi nel corso della sua stagione al Psg, Varane idem nel il Real Madrid, Evra ha invece vissuto una Premier difficile con il Manchester United. La prova del nove più avanti, negli ottavi di finale contro Nazionali più pericolose in zona gol di Honduras, Svizzera ed Ecuador. Ma la strada imboccata dei Galletti è quella giusta.
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