SPAGNA OLANDA – Spagna-Olanda 1-5: le Furie Rosse non subivano un’umiliazione simile in un Mondiale da 64 anni quando nel 1950, proprio in Brasile, i padroni di casa demolirono gli spagnoli 6-1. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti con la Roja diventata grazie alla pazienza e al lavoro di Luis Aragones e all’esperienza di Del Bosque una squadra invincibile (da qui il soprannome “Invincibili”) capace di aprire un ciclo vincente con l’Europeo del 2008 e di chiuderlo soltanto recentemente. Il grande lavoro di Guardiola al Barcellona ha sicuramente favorito la Spagna visto che i blaugrana nel loro periodo d’oro hanno utilizzato lo stesso gioco della Nazionale composto da fraseggi infiniti e verticalizzazioni improvvise per liberare l’attacco leggero. Il Tiqui Taca e il Falso Nueve sono però due concetti che oggi non esistono più, demoliti sia in terra catalana che, forse una volta per tutte, nella storia del calcio iberico. Già in Confederations Cup gli spagnoli subirono l’umiliazione dei brasiliani in finale, un 3-0 che aveva fatto scattare i primi allarmi poi rientrati ma lo scarso appeal della competizione e la maggiore fame di vittoria degli avversari si sono rivelati soltanto dei pretesti. Contro gli Oranje, la Spagna ha dato il peggio di sè: Xavi inguardabile, Iniesta non ha brillato, la coppia centrale Piquè-Ramos vergognosa mentre Casillas è stato imbarazzante a dir poco. La presenza di Diego Costa titolare dal 1′ suggerisce un cambio nella filosofia spagnola: non solo fraseggio ma anche lanci lunghi per (finalmente) una punta di ruolo. Ma la sensazione è che senza la magia del Tiqui Taca la Spagna torni ad essere una squadra sì temibile ma tranquillamente nella norma.
OLANDA: ECCO IL NUOVO CALCIO TOTALE?
Immaginiamo la goduria dell’Olanda sconfitta in finale dalla Spagna nel 2010 e oggi killer senza pietà della squadra più forte del mondo. Van Gaal è stato l’autore di un capolavoro tattico anche se poi in campo a trafiggere Casillas per cinque volte in 90′ c’hanno pensato i vari Van Persie e Robben. Il 5-3-2 olandese contempla una vastissima presenza di giovani talenti provenienti dall’Eredivise in grado di rivestire più ruoli con gli stessi ottimi risultati: Blind è De Vrij sono stati imprendibili sulle corsie laterali garantendo supporto ai tre difensori oltre che numerosi sbocchi offensivi alla manovra sulle fasce. Dietro Vlaar e Martins Indi sono apparsi dei veterani nonostante la scarsa esperienza ad alti livelli mentre a centrocampo Sneijder schierato come mezzala – con licenza di alzarsi per inventare – ha mandato in tilt la Spagna. De Jong ha creato una diga insuperabile in mediana con De Guzman altra zanzara fastidiosa per il gioco spagnolo. Davanti Van Persie non ha dovuto far altro che aspettare i palloni giusti mentre Robben ha potuto sfoggiare tutta la sua abilità nei varchi lasciati dagli avversari. Non sarà l’Olanda di Van Basten ma in questa squadra tutti hanno dimostrato di saper fare tutto. E la vittoria del Mondiale adesso è più che un semplice sogno.
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