INGHILTERRA HODGSON – L’Inghilterra è diversa rispetto al passato. Scordatevi i classici inglesi schierati con lo scolastico 4-4-2 basato su cuore e fisicità: sicuramente le citate caratteristiche resteranno indelebili nel dna della nazionale britannica ma oggi non è su queste prerogative che il ct Hodgson ha preparato i suoi per il Mondiale brasiliano. Nell’inferno di Manaus i Tre Leoni (che si trovano nello stesso girone dell’Italia) propongono un gioco fresco, un refrigerio rispetto alla ferrea tradizione. Un po’ Spagna e un po’ Germania: così l’Inghilterra cambia vesti e si prepara a tornare grande in mezzo ai grandi. Il motivo di un simile accostamento è presto detto. Dagli spagnoli è stato “copiato” il possesso palla, la volontà di far girare la sfera creando un reticolato ordinato mentre dai tedeschi (è stata mantenuta) l’integrazione multietnica, l’unione di un popolo nonostante apparenti diversità culturali: Jagielka ha origini polacche, Lallana spagnole, Oxlade-Chamberlain, Sterling e Sturridge giamaicane, Wellbeck africane mentre Johnson caraibiche tanto per citarne alcuni giocatori in rosa.
Gioventù ed esperienza: un mix finalmente vincente?
Il punto di forza dell’Inghilterra è sicuramente il centrocampo dove militano giocatori interessanti: basti pensare ai vari Wilshere, Lallana, Henderson, Barkley, Sterling, Milner oltre che i veterani Gerrard e Lampard i quali probabilmente fungeranno da chiocce nel processo formativo dei più giovani. Già perché i primi cinque nomi citati sono gli indiziati a rappresentare l’ossatura della squadra nel prossimo futuro vista la loro età verdissima. Le qualità poi non si discuto anche se non mancano i margini di crescita: la sensazione è l’Inghilterra non aveva mai avuto così tanti elementi duttili – capaci sia di offendere che difendere – da poter imporre un nuovo sistema di gioco. Oggi questa possibilità esiste e Hogdson non vuol farsi scappare la chance di allargare gli orizzonti. Il possesso palla, tallone d’Achille della nazionale inglese, è stato potenziato: proprio qui il ct britannico ha battuto il ferro per forgiare una nuova mentalità. Nel rinnovato 4-2-3-1, al posto dei lanci lunghi vedremo una manovra ragionata che partirà da centrocampo capace di mettere i vari Rooney e Wellbeck nelle condizioni di poter far male agli avversari. Attenzione poi al gioco aereo, particolarmente pericoloso: nelle ultime 11 uscite dell’Inghilterra il 26% dei gol è arrivato in seguito ad un colpo di testa.
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