MILAN SEEDORF – Clarence Seedorf e Filippo Inzaghi sono stati due colonne storiche del Milan: mente geniale il primo, rapace d’area il secondo. Nonostante entrambi abbiano appeso le scarpette al chiodo sembra ancora di vederli in campo in quella squadra disegnata alla perfezione da Ancelotti che nei primi anni 2000 dettava legge in Europa e nel Mondo. Fino a qualche stagione fa gli assist di uno erano il pane quotidiano dell’altro; oggi gli “errori tecnici” dell’ex Real Madrid e Inter hanno permesso a SuperPippo di coronare il sogno di guidare i rossoneri. L’olandese ha preso le redini del Diavolo a stagione in corso dopo l’esonero di Allegri e in qualche modo è riuscito ad addolcire il finale di campionato del club meneghino conquistando alcune vittorie di prestigio (vedi le sfide con Fiorentina e Inter) ma non ha avuto nemmeno il tempo di concludere la stagione che le voci di un suo esonero al termine di essa stavano già rimbalzando da un giornale all’altro. In effetti così è stato. Pochi giorni fa è arrivata la notizia che in tanti spifferavano ai quattro venti già da molto: Seedorf esonerato, al suo posto ecco Pippo Inzaghi. Un esordiente che fa posto ad un esordiente; una situazione inedita per il Milan. Ma quali sono i motivi di una sì drastica decisione da parte della società? Ecco le tappe principali, le gocce che, giorno dopo giorno, hanno fatto traboccare il vaso.
FILOSOFIA DI GIOCO
Il cardine di ogni allenatore è la sua filosofia di gioco. Il 4-2-3-1 di Seedorf non è mai piaciuto alla società che anzi aveva più volte fatto capire di apprezzare il sistema che permettesse l’utilizzo di un trequartista e due punte. Con il modulo dell’olandese, poi, sono venute a galla ulteriori divergenze: Balotelli, considerato dalla dirigenza non in grado di fungere da prima punta, è sempre stato schierato unico terminale offensivo con Pazzini sua seconda scelta; De Sciglio è stato dirottato sulla corsia destra e Abate, un nazionale, in panchina; Honda, acquistato per fare la differenza dietro gli attaccanti, ha giocato per lo più da esterno offensivo con un conseguente calo di rendimento; presunte frizioni con Montolivo hanno contribuito a minare l’ambiente.
ATLETICO, NAPOLI E PARMA: TRE KO INACCETTABILI
Sotto la gestione di Seedorf il Milan ha risollevato la testa rispetto al disastroso inizio targato Allegri ma non è comunque bastato per raggiungere il traguardo Europa League. Poco dopo l’inizio della sua avventura da tecnico milanista, l’olandese ha dovuto lasciare da parte l’euforia e fare i conti con la triste realtà delle cose. Negli ottavi di finale di Champions League non bastò una prestazione maiuscola del Diavolo a San Siro contro l’Atletico Madrid: i rossoneri uscirono sconfitti 1-0 e al ritorno finì ancora peggio con un sonoro 4-1 dei Colchoneros. Berlusconi mal digerì un’eliminazione simile della sua squadra. In campionato, poi, restano due macchie indelebili: la batosta di Napoli (3-1 per i partenopei) ricordata per una formazione particolare – Abate schierato ala offensiva nel 4-2-3-1 e Mexes capitano – e il 4-2 rimediato a Milano contro il Parma. Il ko subito contro l’Atalanta nella terzultima giornata non avrà sicuramente fatto piacere all’ambiente rossonero ma il giudizio della società su Seedorf era ormai già evidente.
INTERVISTA NON CONCORDATA: SOLO UN PRETESTO?
Quando l’aria intorno a Seedorf era già calda ecco arrivare anche la grana di un’intervista rilasciata dall’allenatore milanista a Sky senza informare la società. Non che l’olandese avesse dichiarato chissà cosa; soltanto una precisazione riguardo il proprio futuro già ribadita più volte nel corso dei vari dopo partita. Quello che ha infastidito la dirigenza è stato il comportamento di un uomo troppo carico di carisma per non essere un protagonista. Il Milan (forse) voleva però soltanto un allenatore. Con Inzaghi il Diavolo proverà ad inaugurare un nuovo ciclo.
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