MONDIALI BRASILE – Il Brasile: la terra di Pelè, Garrincha, Ronaldo e tanti altri fuoriclasse che hanno infiammato i tifosi di tutto il mondo ma anche un luogo divorato da una profondissima linea di demarcazione tra una fascia di persone immerse nel benessere, la minoranza, e una nella povertà più assoluta, la grande maggioranza. Sono proprio questi ultimi, gli abitanti delle favelas, il gruppo sociale più diffuso nello stato verde-oro, una nazione considerata per antonomasia la patria del calcio. Non è però oro tutto quel che luccica. Nel lungo pre mondiale la popolazione brasiliana è scesa in piazza e si è fatta sentire mettendo in scena manifestazioni spesso sfociate in vere e proprie insurrezioni: decisamente troppi gli oltre 25 miliardi e mezzo di reais (8 miliardi di euro) destinati – secondo i progetti iniziali del governo brasiliano – alla fabbricazione/manutenzione dei 12 stadi e al miglioramento delle infrastrutture per un paese in cui il reddito medio di una persona comune si aggira intorno ai 60 euro mensili. Alcune fonti parlano però di una cifra quasi raddoppiata rispetto al preventivo previsto nel 2010 ovvero 14 miliardi di dollari dei quali l’85% proverebbero da fondi pubblici. Analisti e statisti hanno assicurato che durante il Mondiale numerosi stranieri (stime dichiarano 600 mila) prenderanno d’assalto il Brasile generando un enorme giro di denaro che aiuterebbe il paese a crescere ulteriormente: 3,6 milioni di posti di lavoro freschi con guadagni del paese in crescita del 2,3%. Dopo la competizione, poi, resterebbero tutti i vantaggi legati a sicurezza e trasporti tra strade e metropolitane rinnovate e baraccopoli pacificate ma alla gente del posto, così abituata a vivere l’oggi, poco o niente interessa del domani. Perché non tutti arrivano al domani e perché quelle fatte sono previsioni che devono fare i conti con la realtà. C’è chi per sopravvivere si dedica allo spaccio di droga, chi alla prostituzione (più di 500 mila sono le prostitute bambine) e chi a crimini più svariati: non a caso saranno 157 mila gli agenti che saranno utilizzati dal Brasile per garantire la totale sicurezza della manifestazione che ovviamente non lavoreranno aggratis. In un paese famoso per la samba e il futbol fa strano sapere che quasi la metà degli abitanti, circa il 55%, vede il Mondiale di sbieco: il torneo non piace, non viene visto utile e porterà più disagi che benefici.
Intanto la nazionale brasiliana si sta preparando per l’esordio contro la Croazia, prima sfida del gruppo A, nel ritiro di Granja Comary. Costo per preparare ed allestire il tutto: 100 mila reais (quasi 30 mila euro). Tra i 23 convocati dal c.t Scolari, Neymar è a tutti gli effetti la stella della Seleçao e a soli 22 anni si trova addosso la pressione di un paese ancora frustrato dalla terribile disfatta del “Maracanazo” nel lontano 1950: l’ex Santos dovrà guidare i suoi verso il riscatto obbligato. Un ulteriore incentivo per far meglio sono i premi messi in palio dalla FIFA che superano di quasi il 42% quelli di Sud Africa 2010. In totale ci saranno 425 milioni di euro da distribuire alle varie squadre secondo i seguenti criteri: 1 milione di euro a ciascun partecipante, 25 milioni di euro al campione del Mondiale, 18 alla seconda squadra classificata, 16 alla terza e 14 alla quarta. Gli eliminati agli ottavi incasseranno 6 milioni di euro mentre chi darà forfait ai quarti porterà a casa 10 milioni di euro. Dati questi che hanno contribuito ad aumentare il tono di protesta dei cittadini brasiliani. E chissà che una vittoria finale dei carioca basterà per placare la cappa di rabbia che da mesi avvolge l’intero Brasile. Sicuramente i problemi concreti delle persone non sparirebbero di punto in bianco ma il calcio potrebbe essere un ottimo vaccino nell’attesa che il governo faccia tesoro del Mondiale e di tutti i vantaggi ad esso legati. Per capire il prestigio riservato al football basti pensare che lo Stato federale così come i singoli stati e i comuni possono proclamare giorno di festa con un decreto legislativo qualora disputi una partita il Brasile (o si giochi un qualsiasi match della coppa del mondo nel proprio territorio). A Rio sono già festivi il 18, il 25 giugno e il 4 luglio.
Oltre al calore del pubblico carioca, le squadre che scenderanno in campo in questo Mondiale dovranno fare i conti con l’inverno brasiliano: niente paura perché non ci saranno nevicate (semmai piogge e acquazzoni vari). Sono stati previsti in media per la fascia diurna dai 14 ai 19 C°. Curitiba e Porto Alegre saranno le città presumibilmente più “fredde” mentre Manaus, nel bel mezzo della foresta amazzonica, e Cuiabà le più calde. L’atmosfera sarà ravvivata da uno strumento tipico del Brasile; come in Sud Africa c’erano le fastidiose Vuvuzelas, qui ci sarà spazio per la Caxirola, piccolo strumento a percussione in vendita tra l’altro sul sito della Fifa a circa 14 sterline.
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