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Atletico Madrid, l’ascesa dei Colchoneros in un binomio vincente


ATLETICO MADRID – Quando rappresenti una città e per anni sei considerata la seconda squadra, quella che vive all’ombra dell’altra, ben più ricca e blasonata, puoi farci davvero poco. Trovi soddisfazione soltanto quando i tuoi rivali perdono ma tu vuoi un piacere che derivi dalle tue vittorie sul campo. In mezzo a mille difficoltà speri che la ruota inizi a girare nel verso giusto ma il destino da solo non basta perché servono persone in grado di pianificare un futuro glorioso. Questa è più o meno la storia dell’Atletico Madrid. Da qualche stagione i terribili ragazzi di Simeone sono saliti alla ribalta grazie a prestazioni da prima pagina contro avversari sulla carta favoriti. Prima però bisogna fare qualche passo indietro per capire la storia recente del club. Nella stagione 1999/2000 la società tocca uno dei suoi punti più bassi con la retrocessione in Segunda Division fra tracolli societari e guai giudiziari. Nel 2003, dopo due anni d’inferno, l’Atletico torna nella massima serie; determinante fu poi l’avvento del nuovo proprietario Enrique Cerezo Torres capace di dare vesti più nobili alla rosa ormai pronta a calpestare palcoscenici europei. Arrivano quindi due comparse in Champions League e una in Europa League, competizione poi vinta nell’annata 2009/2010 (in finale 2-1 al Fulham) con Quique Sanchez Flores in panchina; in seguito arriverà anche la Supercoppa Europea (ottenuta superando l’Inter). Successivamente nel 2011/2012 Simeone prende il timone della squadra (che intanto navigava in pessime acque a rischio retrocessione) e riuscirà a vincere un’altra accoppiata Europa League-Supercoppa Europea sbarazzandosi rispettivamente nelle due finali di Atletico Bilbao e Chelsea. Il seme è ormai germogliato e la stampa europea esalta a gran voce i talenti purissimi dei Colchoneros capaci di sbarazzarsi Spagna anche del Real Madrid con il risultato 2-1 ottenendo così la Coppa del Re il 17 maggio 2013. Quest’anno l’Atletico si è ritrovato inatteso protagonista sia in Liga che in Champions League: primo in patria, a una giornata dal termine, e finalista della prestigiosa competizione internazionale guarda caso proprio contro gli acerrimi rivali di sempre: il Real. Un motivo in più per sancire definitivamente l’ascesa dell’altra faccia di Madrid. Quali sono i segreti di questa squadra? Ecco il binomio vincente.

UN MERCATO CHE PARTE DA LONTANO
Quando vai in finale con una rosa costata 80 milioni di euro i casi sono due: o si tratta di fortuna o questo è un club particolare. Bisogna percorrere la seconda strada per analizzare la creatura Atletico Madrid, un club costruito dopo anni di progettazione quasi involontaria. Già, perché nessuno si aspettava che le cessioni di Aguero e Falcao fruttassero alle casse della società qualcosa come 102 milioni di euro. Andiamo però con ordine perché nel 2011 vengono venduti molti pezzi pregiati per limare un debito con il fisco spagnolo: via De Gea (20 milioni di euro dal Manchester United), Elias (8,5 dallo Sporting Lisbona), Forlan (5 dall’Inter) e il citato Aguero. Gli investimenti però non mancano e nella stessa estate arrivano Pizzi, Salvio, Arda Turan e Falcao per una spesa totale di quasi 90 milioni di euro (a questo proposito bisogna ricordare che alcuni media spagnoli sentono puzza di bruciato e sospettano molto dei conti dell’Atletico Madrid). Passa un anno e tanti saluti anche al trascinatore Falcao: sembra nuovamente il capolinea di un progetto che non riesce a prendere il volo ma non è così. Arriviamo quindi all’attualità. E i campioni di oggi? Tutti prelevati per pochi spiccioli in confronto al loro valore attuale. Juanfran è stato pagato 4 milioni di euro, Villa quasi 2 milioni di euro (escludendo bonus vari), Alderweireld 7 milioni di euro e gli scarti della Serie A Tigo, Sosa e Diego soltanto pochi spiccioli. Per non parlare dei costi zero: Miranda, Koke, Mario Suarez e Courtois. Probabilmente il futuro di Diego Costa (rientrato a casa dopo una serie di prestiti) sarà lontano da Madrid – si parla di un accordo con il Chelsea di 40 milioni di euro – ma in Spagna nessuno si dispera visti i precedenti di Falcao e Aguero. È questo lo spirito che ha fatto diventare grande l’Atletico in Europa in mezzo a corazzate ricchissime quali Barcellona, Real, Manchester City.

LA “GARRA” DEL CHOLO SIMEONE
Per quanto fatto vedere potrebbe essere il “Conte della Liga”. Lo stile tra il tecnico dell’Atletico Madrid Simeone e quello del mister bianconero è molto simile. Fame di vittoria e tanto lavoro: questa è la ricetta che l’argentino ha utilizzato per far emergere dal nulla i Colchoneros. Impressionante è poi la grinta mostrata dal Cholo in ogni sfida: consigli e urli non mancano mai dal 1’ al 90’. Il sistema di gioco si basa prevalentemente sulla garra ovvero la grinta agonistica dei giocatori in campo con un pressing asfissiante e una corsa incessante dall’inizio alla fine di ogni match. In rosa ci sono pochi campioni capaci di risolvere le partite da soli (Diego Costa è un caso isolato) ma questo non è un problema visto che Simeone confida nello spirito del gruppo, un collettivo coriaceo e difficilmente penetrabile. Di base quello dell’Atletico Madrid è un 4-4-2 (con varianti tra cui il 4-1-4-1 o il 4-2-3-1) che impiega i soliti 12-13 elementi imprescindibili per le geometrie della squadra. Dalla cintola in su i Colchoneros hanno un bell’arsenale di elementi offensivi intercambiabili a seconda delle situazioni: si va da Diego ad Arda Turan, da Adrian a David Villa passando per Koke e Raul Garcia. Tutta artiglieria leggera pronta ad esplodere colpi mortali.

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