INTER MILAN LEONARDO – Leonardo, dopo la sospensione della maxi squalifica da parte del tribunale amministrativo francese, ha voglia di rimettersi in gioco. In un’intervista esclusiva rilasciata alla Gazzetta dello Sport, il brasiliano è un libro aperto. Parla di tutto, dalla fine della sua avventura al Milan al rapporto con Moratti fino a lanciare un messaggio chiaro e preciso al nuovo proprietario dell’Inter.
Si parte dall’inizio, dal Milan, dal suo primo ruolo di dirigente, l’anno in cui in rossonero arrivò Kakà: “Il primo concluso da dirigente del Milan. Lo considero l’affare perfetto, sia a livello calcistico che a livello umano. Con Kakà si è creato un legame che non si è mai spezzato. Kakà è un amico. Credo debba ancora giocare da trequartista. Ha entusiasmo, è un giocatore intelligente e sta prendendo per mano il Milan ora che la squadra ha molto bisogno di una guida. Ma non è facile cambiare adesso. Per cambiare ruolo, devi cambiare la testa: Kakà è ancora molto nella fase-gol. Gli piace giocare bene, ma anche segnare. Ci vuole tempo a adattarsi a altri compiti”.
E’ passato da calciatore a dirigente e poi allenatore. Scelte che hanno esposto Leonardo a molte critiche: “E’ vero, ma io mi sono limitato a cogliere le opportunità. Galliani mi ha dato quella più grande, senza di lui nulla sarebbe successo. Poi mi è stato chiesto di fare l’allenatore, poi di allenare l’altra squadra di Milano, infine mi è stato offerto il ruolo al Psg, con carta bianca per creare un progetto. Ora ho accumulato esperienza e vedremo cosa succederà, ma un ruolo dirigenziale implica un lavoro politico e il lato politico della questione non mi piace. Voglio vivere lo sport, quindi tornare a fare l’allenatore, perché no? Io mi sento legato alla costruzione di una squadra. Al risultato”.
Su un suo possibile ritorno al Milan: “Non credo che il Milan mi vorrebbe. Dopo quello che è successo, tornare sarebbe impossibile. Dopo di allora non è successo più nulla, non ho avuto contatti. Niente che possa farmi cambiare idea. Quindi non vedo come sarebbe possibile un mio ritorno. Chi dà il pugno si dimentica, ma chi lo prende no”.
Ad un’eventuale chiamata di Thohir, ecco cosa risponderebbe Leonardo: “Io non so se Thohir mi voglia, in ogni caso ho un rapporto stretto con il presidente Moratti, costruito in tanti anni di vita a Milano. Moratti sa tutto di me, conosce le mie idee. Se Thohir chiamasse, lo farebbe in base alle informazioni che Moratti può dargli. E ricoprire un ruolo qualsiasi a stagione in corso non è il massimo. Questa pausa mi serve per riflettere, godermi la famiglia e tutto quello che ho vissuto in questi anni frenetici. Ma non voglio stare molto fuori dai giochi. La squalifica è stata molto dolorosa, ma per fortuna, strascichi legali a parte, è finita”.
Un commento su Ibrahimovic: “Ibra è un guerriero. Ogni messaggio è una sfida con se stesso”.
Chi sceglierebbe tra Mourinho e Guardiola: “Mourinho perché è più facile trovare uno come Guardiola piuttosto che uno come Mourinho, che muove tutto da solo”.
Tra Cristiano Ronaldo e Messi: “Come dire Pelé o Maradona. Oggi dico Cristiano. La sua personalità si è evoluta, mentre la crescita umana e del personaggio Messi un po’ manca. Non si nota, e anche il campo alla fine ne risente”.
Ancelotti al Real: “Non ha una missione facile. Deve aggiornarsi, adeguarsi alla situazione. A Madrid servono cose diverse rispetto a quello che serve in altri club”.
La nuova strada dell’Inter: “Manca ancora qualcosa, ma sta facendo il meglio che si può fare nella situazione che sta vivendo. I giovani crescono, Mazzarri è bravissimo, Palacio straordinario. E poi ci sono giocatori come Zanetti, Cambiasso, Milito, Samuel che rappresentano il cuore che batte dentro la squadra. E’ la cosa più importante”.
Infine, ancora il Milan: “E’ indietro rispetto all’Inter. Manca la chiarezza degli obiettivi, che è sempre stata la caratteristica alla base del successo del Milan”.
Stella Dibenedetto – www.calciomercatonews.com