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Milan, la dirigenza ha chiesto un cambio di rotta: ecco i bilanci degli ultimi anni


MILAN BILANCIO – Al Milan non si respira assolutamente un’aria buona. Dopo la sconfitte rimediata contro la Fiorentina c’ha pensato Barbara Berlusconi a rincarare la dose dichiarando all’Ansa che serve un cambio di rotta in casa del Diavolo. Sul sito de ilsole24ore.com, Marco Bellinazzo ha analizzato i bilanci del Milan negli ultimi anni traendo analisi molto interessanti. Ecco il suo articolo a riguardo: “Filosofia aziendale da cambiare. Questo, sintetizzando le note diffuse nel week-end, è quello che chiede il consigliere di amministrazione del Milan Barbara Berlusconi. E imputa all’attuale dirigenza rossonera (l’ad Adriano Galliani in primis) scelte sbagliate nel corso delle ultime due campagne acquisti, in cui si sarebbe speso non “poco”, ma “male” rispetto ad altri club. Ma com’è stato gestito, appunto, il Milan nelle ultime stagioni? L’unica cartina di tornasole alla quale affidarsi in queste circostanze è quella dei bilanci. Ebbene, fra il 2009 e il 2012 il Milan ha perso 153,4 milioni, con un significativa novità tuttavia, nel bilancio chiuso al 31 dicembre 2012, che ha fatto registrare una mini perdita di 6,9 milioni (perdita che grosso modo dovrebbe ripetersi nel bilancio al 31 dicembre 2013).

L’inversione di rotta. La correzione dei conti è stata ottenuta sia con una riduzione dei costi operativi che con un incremento dei ricavi. Occorre però andare ad analizzare i bilanci per capire l’entità di queste variazioni “positive”. Per quanto riguarda i ricavi fra il 2009 e il 2012 il Milan ha incassato 1.155 milioni di euro, dai 309 del 2009 ai 329 del 2012. Al netto di entrate “occasionali” come quelle per le plusvalenze da calciomercato (nel 2012, 53,4 milioni per le cessioni di Thiago Silva e Ibra e, nel 2009, 74,2 milioni per la vendita di Kakà) e quelle della Champions league (che nelle ultime stagioni il Milan ha comunque il merito di aver sempre disputato), significa che strutturalmente il club rossonero viaggia con un fatturato annuale fra i 202 e i 220 milioni (raggiunti nel 2012). Tra le voci di entrata “operative” i diritti tv nazionali “collettivi” valgono poco più di 80 milioni (i Milan ha perso circa 10 milioni con il passaggio alla legge Melandri) e i ricavi da botteghigno poco più di 30. Queste due voci, di fatto bloccate per vincoli normativi e infrastrutturali (San Siro), dunque, sono cresciute poco negli ultimi anni. A differenza della voce degli introiti commerciali che, oggi, è l’unica vera leva su cui può agire in fretta il management: fra il 2009 e il 2012 l’incremento dei ricavi da sponsor e merchandising è stato di oltre 20 milioni (dai 57 del 2009 agli 80 del 2012). In definitiva, la crescita di fatturato del Milan in queste ultime 4 stagioni, se si escludono cessioni eccellenti e la costante partecipazione in Champions, è legata essenzialmente ai ricavi commerciali.

Il taglio alle spese. Sul piano dei costi l’esame dei bilanci fra il 2009 e il 2012 ci dice che i costi di produzione del Milan sono cresciuti fra il 2009 e il 2011 da 302 a 341 e, in particolare, quelli per il personale da 178 a 206. La richiesta della proprietà Fininvest di rendere finanziariamente autonomo il club ha portato a una prima sforbiciata evidente nel bilancio al 31 dicembre 2012 con una contrazione dei costi di circa 20 milioni (pari all’11%). La riduzione degli ingaggi dovuta anche a una percentuale più alta di quote variabili legate ai risultati della squadra e personali sarà più marcata nel bilancio chiuso al 31 dicembre 2013 che sarà approvato nella prossima primavera. Ma è possibile preventivare risparmi sul costo del personale per oltre 30 milioni, con un costo di tutto il personale tesserato (atleti più allenatori) che scenderà sotto la soglia dei 150 milioni. Nel 2012, più nel dettaglio, i compensi fissi per i calciatori sono stati pari a 130 milioni, più 21 milioni per i premi (nel 2011 queste due voci assorbivano, rispettivamente, 152 e 23,6 milioni). Per gli allenatori i compensi fissi sono stati pari a 5,7 milioni e quelli variabili a 1,7 milioni (nel 2011 si avevano spese per gli allenatori per complessivi 5 milioni).

Il calciomercato. Alla base della richiesta di Barbara Berlusconi c’è poi la sottolineatura del fatto che il Milan nelle ultime due stagioni avrebbe speso sul mercato come altri club italiani (Roma e Fiorentina) ottenendo rendimenti peggiori, senza una programmazione e senza un apparato di osservatori moderno. Qui l’analisi si complica, perchè specie per gli affari di calciomercato non sempre è possibile ricostruire tutto dai bilanci. Il calciomercato estivo 2011/12 ha comportato un “rosso” di appena 3 milioni (con entrate per 78,7 e uscite per 81,8) per operazioni che vanno dagli acquisti di El Shaarawy, Mexes, Nocerino, alle cessioni di Merkel, Paloschi e Papastathopoulos. A gennaio 2012 invece sono stati acquistati a vario titolo giocatori come Maxi Lopez, Mesbah e Muntari e ceduti atleti come Taiwo e Aubameyang. La campagna trasferimenti estiva 2012/13 mostra un rendiconto positivo di 37,9 milioni, con investimenti a vario titolo per 16,5 milioni (spesi, tra gli altri, per Acerbi, Pazzini, Bojan, Zapata, Gabriel) e incassi per 54,4 (per le vendite tra gli altri di Thiago, Ibrahimovic, Cassano, Paloschi, Taiwo). I soldi ottenuti dalla cessione di Thiago e Ibra sono stati utilizzati per abbattere l’indebitamento con le banche di circa 40 milioni. La manovra di correzione dei conti guidata da Galliani, infatti, si è mossa sia sul piano della riduzione del deficit gestionale che dei debiti (scesi in 4 anni da 422 a 342 milioni, anche se in analoga misura sono diminuiti i crediti iscritti a bilancio). Questo per limitare le spese per gli interessi passivi (il Milan nel 2012 ha pagato per interessi circa 13 milioni). A gennaio 2013 sono stati acquisiti a vario titolo Balotelli, Constant, Salamon, Saponara e Zaccardo e sono andati via Paloschi, Pato, Strasser, Mesbah. Il bilancio al 31 dicembre 2012 non specifica le somme impiegate in questo caso. Così come non c’è un rendiconto delle somme spese a gennaio 2012. Premettendo che vanno presi con beneficio d’inventario, i dati riportati dal sito specializzato Transfermarkt relativi al saldo fra entrate e uscite delle quattro campagne trasferimenti degli anni 2012 e 2013 (le due estive e le due invernali) mostrano per il Milan un surplus totale di 14,8 milioni, per la Roma un attivo di 2,7 milioni e per la Fiorentina un passivo di 1,3 milioni“.

La redazione di calciomercatonews.com

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