JUVENTUS TACCHINARDI- Intervistato da TuttoSport, Alessio Tacchinardi ha parlato della sfida fra Juventus e Real Madrid e di quella fra Conte e Ancelotti: “Non dimenticherò come il mister abbia lottato contro tutto e tutti per far giocare Del Piero benché venisse da un serio infortunio: è stato un papà, non ha avuto un filo d’egoismo, credo abbia calcolato il rischio di perdere pur di recuperare un patrimonio del calcio. Questione di rapporti umani e fiducia: Ale faticava, lui l’ha aiutato in tutti i modi”.
Che rapporto aveva l’allenatore con Conte?
«Strettissimo, si appoggiava alla sua esperienza e al suo carisma: in fondo, per lui, erano i primi passi. Capitava magari che Antonio finisse in panca, però il confronto era giornaliero e con nessun altro della vecchia guardia era così. E’ strano vederli avversari stasera…».
Conte ha avuto grandissimi maestri: ad Ancelotti, secondo lei, cosa ha carpito?
«Direi la gestione dei giocatori, la capacità di farli sentire importanti. Non è facile restare dentro il confine, basta un niente e si diventa troppo buoni, ma Ancelotti era equilibratissimo e Antonio, pur essendo autoritario, sa ascoltare. Aggiungo la cura della fase difensiva e la ricerca del risultato attraverso il bel gioco».
Prima di diventare grandi tecnici, Ancelotti e Conte sono stati grandi centrocampisti…
«Non è un caso, pensate anche a Guardiola: in mezzo al campo si nasce allenatori perché il ruolo impone di raccordare la squadra. Dai ordini sul pressing e indichi chi scala, hai una prospettiva diversa da chi bada solo a difendere o deve preoccuparsi di far gol».
Stasera per chi tiferà?
«Juventus tutta la vita, sento che finirà 2-1. Il Real ha individualità eccezionali, ma non possiede ancora un’identità di gioco e questo, conoscendo la bravura di Ancelotti, mi fa pensare: una vittoria trasmetterebbe convinzione ai bianconeri, darebbe slancio per il prosieguo della Champions».
Sarà allo Stadium?
«No, seguirò in tv. Ma andrò a Torino domenica per la partitissima con il Napoli».