EDITORIALE MILAN MOTIVAZIONI ALLEGRI – Mettiamo per un attimo da parte tutte le analisi del post gara, e concentriamoci sulla nuda cronaca della partita, partendo da una domanda: che Milan è stato quello visto ieri sera? Proviamo a rispondere: inconsistente certamente, a tratti imbambolato e messo a dura prova da una Fiorentina oggettivamente più preparata. Un Milan scarico, sulle gambe e perché no, anche privo di carattere. Carattere, appunto, quello che da qualche tempo manca alla squadra rossonera, che spesso vive di fiammate. Ad eccezione della prova di forza contro il Barcellona, al Milan manca proprio la rabbia agonistica, manca quel qualcosa che, quando calano i ritmi, ti possa portare ad una conduzione ideale delle gare. Gli argentini la chiamano “garra”, e difficilmente nel dizionario sportivo esiste un termine che possa meglio calzare. Molte delle responsabilità vengono date, a torto o ragione, a Massimiliano Allegri, tecnico della squadra meneghina, reo di non esser riuscito a cucire una veste su misura per questo Milan. E non si parla in questo caso di sola veste tattica, quanto più di una veste motivazionale. Vedere una squadra di tale storia e caratura, perdere colpi così a ripetizione, non fa’ bene ai tifosi, non fa’ bene alla società, non fa’ bene al calcio italiano. Giunti a questo triste punto, com’è ovvio, la società medita sul da farsi: è ancora azzeccato affidare le chiavi di un Milan morente ad un tecnico che non riesce a rianimarlo? Riflessione lecita e che sta portando, in queste ore, ad una valutazione globale sul lavoro del livornese Max. E’ ovvio, adesso e per le prossime settimane si giocherà al toto nome, ma a pensarci bene il profilo di allenatore che il Milan cerca in questo preciso momento, è più quello di un alchimista che quello di un vero e proprio tecnico. Una figura capace di combinare i vari elementi scordati di questa squadra, per farne un’unica godibile ricetta. Un motivatore intanto, uno che conosca bene l’ambiente rossonero tanto da poter far capire che con quei colori indosso, così non si può andare avanti. Si pensa ad Inzaghi dunque, con il computato rischio di poter bruciare il tecnico Primavera, a Clarence Seedorf, affiancato da Mauro Tassotti e perché no anche a Gennaro Gattuso, ancora legato però dal contratto con il Palermo. Tanti nomi, alla ricerca di stabilità: il Milan ha bisogno di svoltare.
Mauro Piro – www.calciomercatonews.com
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