MOGGI GAZZETTA DELLO SPORT POLEMICHE- Attraverso il quotidiano Libero, Luciano Moggi attacca apertamente la Gazzetta dello Sport che ha dedicato a Massimo Moratti, un articolo pieno di elogi: “Se non ci fosse stato il buon Nicola Cecere a celebrare l’Inter e il suo ex proprietario, dr. Moratti, se non avessimo letto troppe cose inesatte a cui dover rispondere, saremmo qui a scrivere il nostro pensiero solo sul campionato. Cercheremo comunque di fare l’una e l’altra cosa. Cecere ha scritto tutto il buono fatto da Moratti, giusto parlare di una persona che ha comandato per tanto tempo una macchina complessa come l’Inter. Quello che invece non ci è sembrato giusto sono state alcune deviazioni che avrebbe fatto meglio ad evitare. Ha cercato di spiegarci come tutti (i “cattivi di Calciopoli”) ce l’avessero con l’Inter e con Moratti. Si è però dimenticato di dirci perché il capo Ufficio Inchieste Figc, Palazzi, appena lette le intercettazioni “nascoste” ma ritrovate, abbia iscritto l’Inter tra i colpevoli di illecito sportivo, anche se prescritto. Si è dimenticato di far sapere che, al contrario, la Juve non aveva commesso illeciti punibili con l’ex art. 6, che la Giustizia Sportiva aveva colpito la Società e i suoi dirigenti per alcuni art. 1 che niente avevano a che vedere con l’ex art. 6, e che, non sapendo come punirla, avevano assommato gli art. 1 facendoli diventare «Sistema strutturale», mai contemplato nell’ordinamento sportivo prima di allora. Sistema che tra l’altro non era da etichettare «sistema Moggi», piuttosto un «sistema» di coloro che comandavano il calcio di allora e che il 28 novembre 2004 volevano, ad esempio, aiutare l’Inter a vincere contro la Juve perchè così facendo i benefici sarebbero ricaduti tutti sul Milan, unico antagonista della Juve: lo dicono decine di intercettazioni “ritrovate” e in nostro possesso. Scrive ancora Cecere del famoso rigore di Ronaldo, dimenticando che l’Inter a quei tempi era colpevole di aver confezionato il passaporto falso di Recoba: per regolamento doveva essere retrocessa in B. Ha tentato insomma di spiegare perché i nerazzurri non vincevano, noi gli rinfreschiamo la memoria: Pirlo e Seedorf furono ceduti al Milan per Coco e un “altro”Cannavaro alla Juve scambiato alla pari con Carini. Roberto Carlos ceduto al Real per far posto a due campioni come Pistone e Centofanti, oltre ad arrivi clamorosi: un giocatore brasiliano di calcetto, Gilberto, Macellari, Sukur, Taribo West… E non poteva passare nel dimenticatoio il 5 maggio 2002, quel Lazio-Inter dove i nerazzurri realizzarono la loro prova più grande: perdere uno scudetto già vinto davanti ad 80mila “tifosi”e 21 giocatori uniti dallo stesso obbiettivo. «Né Juve, né Roma, Inter campione», scrivevano i laziali. Nessuno tenne conto però di Poborsky… Mea culpa interista? No, avevano perso per una «banda di delinquenti»! Questa è l’Inter che piaceva soprattutto agli avversari, nessuno che si sia mai augurato il cambio del timone anche se è proprio di questi giorni la notizia delcambio diproprietà. Sembra comunque che Moratti si sia cautelato con gli indonesiani: se l’Inter dovesse finire a 34 punti dalla prima in luogo dei 33 del passato campionato, ha possibilità di riprendersela. E a proposito di campionato, la quarta giornata ci riserva un derby di fuoco tra Roma e Lazio, dove la Roma deve confermare il primato e la Lazio la solidità acquisita negli ultimi anni. A San Siro il Milan affronterà il Napoli per capire se la vittoria in Champions sul Celtic abbia creato nella squadra quella autostima di cui gli atleti hanno bisogno e capire se può affrontare alla pari avversari come Juve,Roma o il Napoli stesso, che probabilmente si contenderanno la vittoria finale. La Juve, intanto, contro il Verona deve trovare punti per la classifica e uscire da un momento che potrebbe essere più delicato di quanto appare”.
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