CALCIOMERCATO FIORENTINA NAPOLI ANTOGNONI / Parla nella lunga intervista ai microfoni di Tuttosport Giancarlo Antognoni. Tra gli argomenti trattati, la Fiorentina di Mario Gomez e di Giuseppe Rossi: «Se tornerà a essere quello che era prima dell’infortunio, sarà lui il valore aggiunto della Fiorentina».
E Gomez?
«E’ un gran giocatore, ma non dimentichiamoci che il campionato italiano è diverso dalla Bundesliga. E poi bisogna anche considerare che ora non avrà il Bayern, la squadra più forte d’Europa, al suo servizio».
Come finirà la telenovela Ljajic?
«Ormai mi pare che si sia arrivati a un punto in cui è molto difficile ricucire la situazione, da ambo le parti».
Davanti alla Fiorentina ci sono Napoli e Juventus. Quanto grande è il gap tra le due favorite per lo scudetto?
«Meno di quanto possa sembrare. Benitez può giocarsela bene».
Cos’è cambiato rispetto al Benitez che allenava l’Inter?
«La conoscenza del calcio italiano e il contesto. Napoli non è certo una piazza facile e nutre grandi ambizioni, ma arrivare all’Inter dopo Mourinho sarebbe stato difficile per chiunque».
Lei gli argentini li conosce bene, avendo giocato con gente come Passarella e Diaz. Che ne pensa della sfida a distanza Higuain-Tevez?
«Credo che le aspettative della gente siano legittime. Entrambi sono all’esordio in serie A, ma da sempre gli argentini si adattano facilmente al calcio italiano. Ci sarà da divertirsi».
Passarella che le dice?
«Di tanto in tanto, quando gli impegni con il River Plate (di cui l’ex viola è presidente ndr ) glielo consentono, viene a Firenze e ci vediamo. Tra Tevez e Higuain senza dubbio conosce meglio l’attaccante del Napoli, perché è cresciuto nel vivaio del River».
La collaborazione con la Figc la porta a occuparsi di giovani. Da chi si aspetta un salto di qualità quest’anno?
«Visto che Insigne ha già dimostrato quello che sa fare, io dico che vale la pena seguire Gabbiadini alla Sampdoria. Ha grandi doti».
Quando lei aveva 18 anni era all’Asti Ma.Co.Bi., tra serie C e serie D. Cosa suggerisce a un 18enne di oggi?
«Di farsi un anno in Lega Pro, se gli danno la possibilità di giocare con continuità. Purtroppo negli ultimi tempi i grandi club hanno preferito andare a pescare all’estero, anche quando non ce n’era reale bisogno».
Mai avuto rimpianti per non avere fatto anche l’allenatore?
«A volte sì ma, per come sono fatto, è stato meglio scegliere la carriera da dirigente».
E come giocherebbe una formazione con Antognoni in panchina?
«Mi piacciono le squadre che sanno valorizzare il trequartista dietro alle punte. In Italia ormai i gol su azione sono diventati una rarità. Tutto è affidato a quello che nasce da palle inattive: angoli, punizioni… I risultati magari arrivano lo stesso, ma lo spettacolo non è entusiasmante».
C’è un tecnico che riesce a farle guardare una partita dall’inizio alla fine, divertendola?
«Risponderei Zeman, ma il suo è un gioco offensivo troppo esasperato. Nella serie A attuale quello che mi piace di più è Montella».
Fabio Alberti – www.calciomercatonews.com
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