Mercato News Milan Montolivo- Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Riccardo Montolivo ha parlato degli argomenti più caldi in casa rossonera: “Balotelli? Mario non ha bisogno di trattamenti particolari. Quando ha sbagliato, glielo ha fatto notare la società. E poi è un giovane vecchio, da tempo sa sopportare le pressioni. La fascia da capitano? Abbiati e Bonera sono stati dei veri signori. Per me la fascia è un onore, un peso e soprattutto una cosa da dividere con altri. Al Milan, come mi ha spiegato Ambrosini, è sempre stato così: sono sempre stati in 5-6 a guidare il gruppo. Io diverso? Non mi sembra, mi vedo sempre uguale. Sono dieci anni e più che mi comporto allo stesso modo. Probabilmente quando uno si trova di fronte alla prova più importante dà il meglio di sé. Ma non basta quello che ho fatto per dire di essere da Milan: bisogna confermarsi per più stagioni. Bisogna dimostrare qualcosa e stupire tutti i giorni. Il razzismo? C’è un arbitro che deve decidere: quando i buuu diventeranno tali da coinvolgere sul piano emotivo uno dei nostri, lo faremo presente, e spetterà a lui stabilire che cosa fare. Questo è il procedimento giusto ed è quello che è accaduto contro la Roma. Allegri? Onestamente dopo il finale di stagione si capiva che c’era questa possibilità, però sono contento che non sia accaduto nulla. Allegri ha tutto ciò che serve per guidare una grande squadra. Se siamo stati consultati dal club? Direi che non ce n’era nemmeno bisogno. Avevamo manifestato l’affetto e la stima per Allegri piuttosto chiaramente, tutti e più volte. Io gioco dove lui pensa sia meglio per la squadra, lo ripeto e non è una dichiarazione diplomatica. De Jong al centro? Nigel non è un cagnaccio che recupera palloni e basta. Ha qualità, viene dalla scuola dell’Ajax e lì ti insegnano a giocare la palla sempre. E poi ci alterneremo come serve. La nazionale? Alla Confederations eravamo cinque e c’è Poli che ha chance per il Mondiale. Farà una grande stagione. I giovani? Cristante era già stato in prima squadra e lo conoscevamo già. Mi ha stupito Petagna, ma per la prossima stagione punto anche su Totti. Pazzini? Sta benissimo, ma la strada verso il rientro è lunga. Però lui si sente più che mai dentro il progetto Milan, attaccato alla squadra. Ci darà tanto. El Shaarawy? Stephan ha vent’anni e deve metabolizzare alti e bassi. Ci siamo passati tutti, la crescita di El Shaarawy è stata esponenziale e le pressioni sono state tante. Sono certo che Stephan si confermerà e che sarà anche al Mondiale. Nel mondo dei media c’è poco equilibrio: ci si entusiasma in fretta e quando uno cade giù fa più rumore. Mi pare difficile che un ragazzo di vent’anni sia totalmente impermeabile. Come ho detto, Mario è un giovane vecchio ed è abituato alle pressioni, ma anche Stephan deve crearsi un filtro. E’ un processo di crescita normale. Siamo più squadra di un anno fa. Siamo più forti, ci sentiamo più pronti. Preoccupato per il playoff con il Psv? E’ una squadra rinnovata, ma ha tradizione. Partita difficile, è importante soprattutto che ci facciamo trovare preparati noi. A inizio stagione a volte la condizione fisica conta più dell’aspetto tecnico. Primi tre posti in campionato? I primi tre vuol dire primo, secondo o terzo, quindi sottoscrivo. La favorita per lo scudetto? Facile: la Juve era forte e si è rinforzata. In seconda fila ci sono tanti club: Inter, Roma, Fiorentina, Napoli. E Milan”.
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