CALCIOMERCATO JUVENTUS MERCHANDISING 35 MILIONI – Se la metà dei tifosi juventini, quella più calda e appassionata, decidesse di acquistare un gadget messo in vendita dalla società bianconera, tipo un portachiavi dal costo di cinque euro, data la base dei tifosi in quattordici milioni, come alcune statistiche attestano, significherebbe un incasso di 35 milioni di euro, improvvisamente trasfusi nel bilancio, quello che porta arrivare agli ottavi di Champions, quello che oggi basterebbe alla Juventus per acquistare Luis Suarez o Robert Lewandowski. E’ un esempio concreto del concetto espresso nei giorni scorsi da John Elkann e, per altro, condiviso da Andrea Agnelli: “Dobbiamo coinvolgere maggiormente i nostri tifosi”. Perché le quattordici milioni di persone che amano la Juventus rappresentano la miniera d’oro meno sfruttata dell’Europa calcistica. Il modello Bayern, che è diventata la stella polare della crescita bianconera, è ancora una volta l’esempio da seguire: con oltre 54 milioni di euro provenienti dal solo merchandising (ovvero la vendita di magliette e gadget) e 201 milioni dal settore commerciale (che include anche gli sponsor) è sicuramente tra i club che riescono a sfruttare meglio la “collaborazione” economica dei tifosi. Merito di un metodo e di un Paese, la Germania, che fa sicuramente più dell’Italia per tutelare l’originalità del marchio. Il “tarocco” è una delle più pesanti zavorre del nostro calcio, ma la Juventus sta studiando come incrementare quella voce dei ricavi, proprio per non lasciare abbandonata quella miniera. D’altra parte, l’impatto dello Juventus Museum è indicativo. Le 130mila visite nel primo anno sono una cifra notevole e dimostrano come il popolo bianconero sia reattivo di fronte a qualsiasi cosa stuzzica la sua fantasia tifosa. E più in generale il successo dello Juventus Stadium è un altro segnale interessante per il club bianconero e il suo piano di sviluppo tedesco. Il merchandising Juventus è in questo momento un affare della Nike. Il contratto con il colosso americano include i diritti sulle vendite di magliette e affini, con dei bonus se queste dovessero superare i minimi garantiti (anche gli Juventus Store, infatti, sono gestiti da Nike). Fino al 2015, quando scadrà il contratto e verrà ridiscusso, andrà così. Poi la Juventus valuterà. Dai numeri del bilancio di “Juventus Merchandising Srl”, la società attraverso la quale Nike gestisce il merchandising bianconero si deduce che i ricavi della stagione 2011-12 si attestano intorno ai 10,5 milioni di euro (quasi raddoppiati rispetto alle annate precedenti in seguito all’andamento sportivo). Un quinto di quanto incassa il Bayern Monaco che, in Germania, vanta un numero di tifosi analogo a quello della Juventus. I bavaresi riescono, quindi, a estrarre tutto l’oro dalla miniera del pubblico. Il sogno di fare il boom con la vendita delle magliette, tuttavia, è ancora lontano. In Inghilterra, dove ogni anno i tifosi acquistano la casacca nuova, c’è una cultura completamente diversa e vestire i colori della propria squadra non solo allo stadio (dove è quasi obbligatorio), ma anche per strada è una cosa naturale, non così in Italia.
Giacomo Novara – www.calciomercatonews.com
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