INTER MOGGI CALCIOPOLI RETROCESSIONE – Non le manda di certo a dire, come sempre, Luciano Moggi, ex dg della Juventus, che così ha parlato nel suo editoriale su Libero: “Ci scusiamo con i lettori se ci addentriamo nel campo minato delle polemiche ancora prima di parlare della 32ª giornata. Riguardo alle parole di Moratti circa «la malafede degli arbitri» (Gervasoni), dopo la sconfitta con l’Atalanta (dichiarazione pesante fatta da un presidente importante), scrivemmo che, conoscendo Abete, ci sentiremo dire che il presidente Figc liquiderà il tutto con un «Moratti ha parlato a caldo, ma non pensa quelle cose». Ed ecco cosa ha realmente detto Abete: «Moratti deve tranquillamente credere nella buona fede degli arbitri». E con questo amen pronta un’altra archiviazione, a significare che il patron interista può dire ciò che vuole, come succede dal lontano 2006 quando, interrogato, ebbe a raccontare a Borrelli, allora all’ufficio indagini, una serie di “barzellette” smascherate poi dai fatti nuovi venuti fuori e smentite anche da lui stesso. Nell’occasione però Abete ha dimenticato che il presidente del Coni non è più Petrucci e che l’attuale, Malagò, non la pensa come il suo predecessore. Non lo affianca infatti nelle sue iniziative, lo bacchetta anzi in merito alla Giustizia Sportiva e al riordino del sistema calcio e, guarda caso, dopo solo qualche ora dalla lettura di quelle pesanti dichiarazioni parte il deferimento a Moratti che poteva partire, come in altri casi avvenuto, subito dopo la gara con l’Atalanta. È comunque incoraggiante che almeno d’ora in poi ci sia qualcuno, al di sopra, che possa sorvegliare affinché la Giustizia Sportiva sia uguale per tutti e non persecutoria solo per alcuni. Basta con le radiazioni nascoste e con altre portate forzatamente avanti cambiando sistematicamente gli articoli della Giustizia Sportiva ogni qual volta si profilava l’ipotesi di non poter radiare. Ci è poi sembrata infelice l’uscita di Bonolis, ospitato nel sito dell’Inter, con la quale censurava i comportamenti di Gervasoni asserendo che per lui era una «sceneggiatura già scritta». Fa invece sorridere l’uscita di Ignazio La Russa quando dice che l’Inter è uscita pulita da Calciopoli. Non tiene infatti conto che la società è stata condannata dalla Giustizia Ordinaria per il passaporto taroccato di Recoba. Sarebbe dovuta retrocedere, non lo è stata perché Moratti aveva speso molto (Carraro dixit). Non tiene conto che proprio per Calciopoli pendeva sull’Inter il giudizio del Procuratore Federale Palazzi, 52 paginette nelle quali il club era stato incolpato di «illecito sportivo». Se non ci fosse stata, al solito, la prescrizione… E non tiene conto che l’attuale Inter ha preso ben 43 gol, e non è certo colpa degli arbitri se la squadra è costretta a stare più in difesa che all’attacco, dichiarazione del portiere Handanovic: «Quando venni all’Inter mi dissero che avrei fatto qualche parata durante le partite, in verità non ho mai parato tanto da quando sto qui». Vorremmo consigliare gli amici di non piangersi addosso perché il pianto porta sfiga! E ora il campionato. Premesso che Lazio-Juve si giocherà domani (biancocelesti per mantenere almeno il quinto posto, Juve per consolidare il primato), resta comunque una partita da vedere perché chiunque incontra la Signora mette in campo anche l’anima. L’altro scontro che tiene banco è Milan-Napoli, due grandi o presunte tali. Cagliari-Inter, Chievo-Catania,Torino-Roma, Parma-Udinese valgono solo per lo spettacolo essendo la metà classifica ormai assicurata, si sta invece accendendo sempre di più la lotta per la salvezza. La vittoria rocambolesca del Siena a Pescara complica e condiziona il cammino di Genoa e Palermo, impegnate la prima nel derby con i cugini sampdoriani e la seconda con il Bologna, sempre temibile soprattutto in trasferta”.
Mauro Piro – www.calciomercatonews.com
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