Jugovic Juventus News- Vladimir Jugovic, che con la Juventus vinse la Coppa de Campioni nel 1996, intervistato da Tuttosport, ha commentato il percorso dei bianconeri in questa edizione della Champions League:
Jugovic, ricorda il suo rigore decisivo contro l’Ajax?
«Non lo potrò mai dimenticare, quel tiro dagli undici metri resta scolpito nella mia mente. Che brividi, l’abbraccio dei miei compagni, la gioia dei tifosi».
E adesso la Juve ci riprova. È tra le otto grandi d’Europa…
«Una grande impresa, non c’è che dire. Non è mai facile raggiungere un risultato del genere e i bianconeri ce l’hanno fatta. Complimenti».
Un cammino, oltretutto, importante.
«Vero, il girone di qualificazione non era facile. C’era il Chelsea, la squadra campione in carica, oltre agli ucraini dello Shakhtar che nelle ultime edizioni hanno sempre fatto bene. La Juve è arrivata davanti a tutti, non si è accontentata del secondo posto. Segno di grande forza».
E poi il Celtic…
«Ecco, proprio contro gli scozzesi i bianconeri hanno dimostrato di essere super dando una prova di forza eccezionale. Cinque gol in due partite e nessun problema. Certe prestazioni lasciano il segno anche alle prossime squadre avversarie. Dopo aver dominato in Italia con il primo posto, la Juve ha mandato un segnale all’Europa».
E adesso?
«Aspettiamo il sorteggio, ma con le squadre che sono ancora in ballo ogni partita sarà una battaglia».
Se capitasse il Barcellona, sarebbero problemi seri. Ha visto la partita del Camp Nou contro il Milan?
«Sì, certo. È la dimostrazione che quando vogliono i catalani vincono. Sono stati straordinari. E non solo per il 4-0 finale. Però…».
Però?
«Se il tiro di Niang fosse entrato invece di andare a colpire il palo, la partita avrebbe preso una strada diversa e il Milan si sarebbe qualificato: questo, però, non toglie nulla alla grande potenza degli spagnoli. Con un Messi del genere, poi, tutto diventa facile».
Se arriva il Barcellona, allora, per la Juve sarebbe la fine?
«No, non ho detto questo. La Juve è una squadra tosta, compatta, che sa lottare in ogni momento. Se la può giocare con tutti, anche contro il Barcellona. Di questo sono sicuro: poi, è chiaro, dipenderà dalla fortuna».
Che cosa le piace di questa Juve?
«La voglia, la forza fisica, la corsa. Si vede che è allenata da Conte. La squadra ha le sue stesse caratteristiche, assomiglia a lui, è uguale a lui. Non molla mai: e in una competizione come la Champions è fondamentale».
Dal suo rigore a Wembley: è possibile?
«Sì, è possibile, ci può stare. In 180 minuti può succedere di tutto. E quella sera mi piacerebbe essere a Londra con la squadra. Spero che Andrea Agnelli si ricordi di me, vorrei essere lì. Ci terrei tanto, magari per festeggiare un’altra impresa».
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