Milan-Lazio, tutti i retroscena di un arbitraggio vergognoso: Rizzoli voleva cacciare Biava

MILAN LAZIO RIZZOLI – Milan-Lazio sarà ricordata come la partita della vergogna, di un arbitraggio scandaloso che ha falsato completamente l’esito del match. Tutto è stato deciso in novanta secondi. L’arbitro Rizzoli ci ha messo un’eternità prima di estrarre il cartellino rosso con cui ha mandato, con largo anticipo negli spogliatoi Candreva. Ma perchè ha impiegato tanto tempo? Cosa è successo in quei novanta secondi? Quando El Shaarawy è finito a terra, appena sfiorato (mano su spalla) da Candreva che sino  all’ultimo tenta di evitare il contatto, Rizzoli rallenta la propria  corsa ma appare deciso subito per la punizione. I giocatori del Milan lo circondano chiedendo il rigore. L’arbitro continua a camminare cercando l’autore del fallo e credendo sia stato Biava. Va a cercare lo  stopper della Lazio, si dicono qualcosa. Rizzoli non parla ancora di  cartellino rosso. Si avvicina Ambrosini e gli indica Candreva. Passano i secondi, c’è un breve colloquio (ripreso dalle telecamere) con  l’esterno biancoceleste, è lui stesso a confermare. I giocatori della Lazio non pensano all’espulsione ma solo se sarà rigore o semplicemente punizione. Poi gli arrivano comunicazione da Giannoccaro e forse da Nicoletti, il quarto uomo. E’ il momento  in cui Rizzoli deve prendere un altro tipo di decisione. Cartellino  giallo o rosso? La decisione collegiale porta alla sentenza: cartellino rosso per Candreva perchè ha interrotto una chiara occasione da gol.

Stella Dibenedetto – www.calciomercatonews.com

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