CALCIOMERCATO ROMA EDITORIALE BORINI – 5 febbraio 2012. Ai tifosi giallorossi, questa data, importante per la scorsa stagione, ricorderà sicuramente un gran trionfo: 4-0 in casa contro l’Inter di Ranieri. Una prestazione superba dell’armata romanista che devastò l’Inter del tecnico testaccino con mosse azzeccate e con un applicazione perfetta, quasi maniacale, del gioco insegnato da Luis Enrique. Verticalizzazioni continue, palleggio estenuante, pressing altissimo e possesso palla con percentuali altissime. Dall’altro lato, non pervenuta in campo l’Inter, priva sì di Wesley Sneijder, e con una disposizione tattica inconcepibile: smodato l’utilizzo dei mediani di centrocampo che non permisero una circolazione efficace di palloni nella zona offensiva presidiata da Milito e Pazzini prima, dal solo Milito nella seconda frazione. Pur non volendoci concentrare sulla debacle meneghina di un anno fa, salta all’occhio, riguardando il tabellino del match, un nome bardato allora di giallorosso: Fabio Borini. Prestazione generosa a dir poco, quella dell’ex Chelsea che dimostrò di essere uno dei più in forma di quella Roma spagnoleggiante: due gol, 8 in pagella e standing ovation dell’Olimpico. What else (potrebbe chiedersi il presidente Pallotta)?
Ritornando avanti di quasi 12 mesi, e buttando un occhio alla situazione odierna della Roma, a parere di chi vi scrive, l’estro di Borini manca eccome. Nel precampionato, a detta di esperti ed operatori del calcio, pareva essere uno dei giocatori più adatti ad interpretare il gioco offensivo di Zdenek Zeman, certamente differente dalla fase offensiva proposta dall’ex azulgrana Luis Enrique, ma pur sempre bisognoso di giocatori di grande intelligenza tattica ed esplosività negli ultimi metri. Che sia stato un errore, col senno di poi, cedere il ragazzo nato a Bentivoglio 21 anni fa? Un errore di valutazione del duo Baldini-Sabatini, mal consigliato dal tecnico Boemo? E’ corretto ricordare che si rivelò quasi un cambio alla pari, quello compiuto in estate dalla Roma: i soldi della cessione Borini, tutti nelle casse di Genoa e Siena per far arrivare a Trigoria, Mattia Destro. Parliamo di attaccanti diversi, di diverse qualità ma simili prospettive future. E’ doveroso ricordare che, in un periodo economico dove le rinunce per le società italiane sono all’ordine del giorno, poteva forse essere obbligata una scelta del genere compiuta dalla dirigenza della Roma. Non muta però il pensiero in merito: lasciare così facilmente al Liverpool un attaccante come Borini, non pare essere la scelta migliore possibile. Anzi. Riguardando proprio quella partita, si può facilmente intuire come Borini potesse e sapesse scardinare le difese con movimenti senza palla, potendo aiutare anche molto la manovra offensiva del team capitolino. Non vogliamo con questo censurare il cambio Destro-Borini: il giocatore cresciuto nelle giovanili dell’Inter, a dispetto della clamorosa mole di reti sprecate, interpreta perfettamente il lavoro chiesto da Zeman, ed è un classe 1991, proprio come Borini. Margini di miglioramento per entrambi, dunque. Siamo certi però di un assunto: alla Roma di oggi, un Borini come quello dell’anno scorso, sarebbe stato più che utile, indispensabile. Più di Destro? Chi può dirlo… Con i se e con i ma, ci dicono da sempre, non si fa la storia…
Mauro Piro – www.calciomercatonews.com
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