Milan News El Shaarawy-Il Piccolo Faraone, anche ieri, ha salvato il Milan con una doppieta che ha permesso ai rossoneri di espugnare Catania. Il ventenne, nuovo fenomeno del club, in una lunga intervista concessa a ‘Sportweek’, ha dichiarato di dovere tutte le sue fortune ad Allegri: “Devo ringraziare il mister, gli devo tanto. Non è uno che parla molto ma,quando lo ha fatto, mi ha dato buoni consigli, calcistici e umani. Dopo questa serie di partite in cui ho fatto molto bene, mi ha detto di restare coi piedi per terra perché sono giovane e devo ancora dimostrare tanto. Per avere la conferma che non mi sono montanto la testa basta parlare con quelli che mi stanno vicino e mi vogliono bene. Sono lo stesso di sempre con tutti, a cominciare dagli amici storici di Savona, dove sono nato. Solo che adesso la pizza la pago io. Ogni tanto penso che ci vuole davvero poco, per tornare giù. Il soprannome? Non me lo sono dato io. Mi definì così in diretta il telecronista Sky di Genoa–Empoli, alle finali del campionato Primavera di due anni fa. Avevo fatto goal e mi ero inginocchiato mimando il tipico gesto degli egiziani, con le dita delle mani chiuse a ventaglio. Da allora sono diventa il Faraone. Mi sta bene, anche perché sono egiziano da parte di padre. Rispetto all’anno scorso sono più maturo. La mia crescita è stata favorita dall’ambiente di lavoro e dal fatto di essere arrivato in una grande città. A Milanello ho conosciuto campioni che mi hanno trasmesso tanto, vivere a Milano ti cambia per forza, quando finora hai vissuto sempre in famiglia o in piccoli centri. I miei maestri? Scelgo Ibra e Thiago Silva per la parte tecnica, Seedorf, Inzaghi e Ambrosini per quella umana. Mi hano consigliato sul come gestire la mia vita a Milano, come comportarmi fuori dal campo, come scegliere e ascoltare le persone giuste. Ma da tutti ho imparato anche solo osservandone la serietà nell’allenamento, la compostezza nelle uscite pubbliche, l’educazione nel rapporto coi tifosi…. Ibra è divorato dalla voglia di vincere. Ho letto la sua autobiografia, mi incuriosiva conoscere il suo percorso di vita e professionale, proprio per capire di più sul suo conto, sulla sua smisurata ambizione. Le parole di Gattuso? Io posso solo dire che con Rino non ho mai litigato. Non credo ce l’avesse con me, ma con i giovani in generale. Rispetto allo scorso anno gioco di più e di conseguenza ho maggiori responsabilità. Ma le 28 partite fatte l’anno scorso, tra campionato e coppe, mi sono servite tanto. Non ho giocato poco come qualcuno continuaa dire, ho giocato quanto serviva. I tifosi? La Curva mi carica. Non mi fa nessuna paura. E poi, sentire che mi cantano lo stesso coro dedicato a Kakà, il mio idolo, mi fa venire i brividi. Berlusconi? L’ho sentito per la prima volta l’anno scorso, dopo la partita di Udine. Avevamo vinto con un mio goal e negli spogliatoi Galliani mi passò il suo cellulare. Diventai tutto rosso e non riuscii ad aprire bocca, mentre lui si complimentava. Le amicizie nel calcio? Ambro, Abate, Antonini, Bonera sono i compagni con cui ora ho la familiarità maggiore. Abito in zona San Siro. L’anno passato ho avuto in casa papà, oggi c’è mamma, ogni tanto passa mio fratello. Sto tanto a casa. Mi divido tra PlayStation e tv, sono un appassionato di biliardo. La scommessa con Ambrosini? Non ho ancora scelto dove fare le vacanze estive, e neppure quelle natalizie. Di sicuro comunque andrò in montagna. Gli avversari più forti? Puyol e Piqué del Barcellona mi hanno davvero impressionato , sono i difensori più forti contro cui abbia mai giocato”.
Elmar Bergonzini-www.Calciomercatonews.com
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