ROMA OSVALDO – In una lunga e bella intervista rilasciata al magazine GQ, l’attacante della Roma Pablo Daniel Osvaldo, ha toccato numerosi argomenti tra cui il calcioscommesse, la vita a calciatore e la presenza degli omosessuali nel mondo del calcio: “Cosa accade se scopro che un compagno vende una partita? Ciò che succede nello spogliatoio deve restare lì. Io non faccio il delatore, ma non mi volto. In silenzio, lo ammazzo di botte. Penso che la nostra società non è l’Alabama del ’50, ma sul tema siamo indietro. Un compagno gay in squadra? Non mi cambierebbe proprio niente. Sono persone libere, prima che calciatori. In Italia non c’è mai una via di mezzo. Un giorno sei da scudetto e quello dopo da rogo La mancanza di equilibrio mi fa infuriare, però non posso farci niente. E non ho voglia di fare niente. Il pubblico pagante non ha tutti i diritti, neanche per sogno. Io perdo una palla e tu mi vomiti addosso il tuo odio? Non è normale. E quindi se il tifoso sbaglia al lavoro posso andare a picchiarlo, gettargli una banana o dirgli che sua madre è una poco di buono? Bella logica. Ogni tanto vorrei essere una persona qualsiasi. Andare in una piazza in Italia è impossibile. A Barcellona lo facevo, andavo in Plaza de Catalunya con un mio amico, lui faceva ritratti ai passanti, io suonavo la chitarra. Non mi riconoscevano. Era bello. È affascinante la semplicità”.
Mauro Piro – www.calciomercatonews.com
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