MOGGI INTER – E’ un Moggi scatenato quello che ha pubblicato il suo consueto editoriale su Libero. L’ex dg della Juve si sente tirato in causa dopo le accuse di Moratti post-Inter-Cagliari. Di seguito le sue dichiarazioni più calde.
“Rieccolo, l’Immacolato per prescrizione. Un rigore non concesso, come ce ne sono tanti, ha scatenato la reazione di Moratti, con un prologo antipatico che non si confà ad uomini di eleganza, come lui si ritiene.
Il patron interista ha dato la stura a trite e ritrite lamentele, poteva rimanere negli ambiti di un errore arbitrale ed invece ha esondato sulle litanie di sempre, a partire dal massimo dei suoi ragionamenti, «non vorrei ritrovarmi in situazioni del passato», salvo poi fare anche una grande furbata, da un lato l’attacco, con tanto di allusioni e insinuazioni, dall’altro a dire che «un complotto no, sarebbe troppo stupido, è solo incapacità.
Un po’ di coerenza non guasterebbe, e serietà imporrebbe che Moratti si ricordasse anche del rigore negato al Catania sullo 0-0 oppure quando la sua squadra ha battuto la Samp con il gol risolutivo segnato in fuorigioco, e ancora, il gol del Milan annullato inspiegabilmente e il rigore non concesso per fallo di Samuel su Robinho, tutto ciò verificatosi durante l’ultimo derby
La sua tiritera è però a senso unico, vede i presunti torti subiti dall’Inter, sorvola puntualmente sui favori. La tecnica è sempre la stessa, il marcio è degli altri, mai suo, ed allora è utile dargli una ripassata per ricordargli lo scudetto che tiene in bacheca e non gli appartiene, le spiate e i dossieraggi illegali da lui ordinati a danno di chi gli dava fastidio, avendo pensato che fosse l’unico mezzo per far fuori chi sapeva costruire squadre più forti e lo batteva puntualmente sul campo, le accuse agli altri di maneggi, frequentazioni e telefonate, salvo poi a scoprire, scoperta di Palazzi, che sul punto lui, i suoi e l’In ter non erano secondi a nessuno e meritavano un processo per illecito sportivo, quello vero, non quello strutturale inventato per Calciopoli. Nel caso giunse puntuale la improcedibilità per prescrizione, prova provata di un angelo protettore sempre presente a favore dell’Inter, fin dall’epoca in cui, taroccato il passaporto di Recoba, uno dei suoi dirigenti dovette patteggiare personalmente una condanna davanti alla Magistratura, ma l’Inter non subì, come doveva subire, la perdita a tavolino di tutte le gare in cui aveva giocato il Chino”.
La redazione di Calciomercatonews.com
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