CALCIOMERCATO INTER STRAMACCIONI MOURINHO CASSANO SCUDETTO – Ai microfoni di Tuttosport, il tecnico dell’Inter, Andrea Stramaccioni, si è raccontato così a tutto tondo: “Ci sono due discorsi da fare – ha spiegato il tecnico nerazzurro –. Uno è legato al blasone, ovvero che un club come l’Inter deve sempre geneticamente puntare al massimo, cercare di fare il meglio possibile in ogni competizione. Il secondo è che per me, che alleno ragazzi di un nuovo ciclo, non è intelligente in questo momento porre un obiettivo come lo Scudetto o una Coppa. Dobbiamo migliorare gara dopo gara, seguendo un percorso. Questa è una cosa intelligente. Poi, a marzo o aprile, quando guarderemo la classifica, si vedrà. Parlare oggi di Scudetto per me non è una cosa intelligente. Il paragone tra me e Mou? Fare un paragone fra allenatori è ridicolo, non solo non proponibile. Questo perché io ho fatto 10 o 15 partite in Serie A, lui ha vinto in tre o quattro stati diversi. Non ha senso tutto ciò. Vengono riprese delle parole di giocatori e del mio presidente che hanno notato delle cose simili tra me e Mourinho. Normale che ciò mi riempia di orgoglio, sentire cose belle da Sneijder o da altri non può che farmi piacere. Voglio raccontare un retroscena a proposito dello spogliatoio. Il rapporto tra un allenatore giovane e senza passato, senza nome, e uno spogliatoio come quello dell’Inter. Qualcuno parlava di momento difficile dopo il Siena, ma il vero momento drammatico è stata la mia entrata nello spogliatoio. – ha rivelato – Davvero, è stata dura. Io so essere lucido, ma lì ho perso l’equilibrio perché è difficilissimo rapportarsi con campioni così. Come ho fatto a rilanciare l’Inter? Non credo esista un metodo, c’è la quotidianità. Quel che ho fatto è stato avere idee chiare e rapporti schietti in un involucro di umiltà. Bisogna avere un approccio umile, ma all’interno avere poi idee chiare. Questo è stato apprezzato, non sempre condiviso ma apprezzato. Io non sono cambiato, questo è il mio modo di essere. “La genesi dell’operazione è legata anche a dinamiche di mercato.Non per colpa dell’Inter che ha fatto benissimo, lo sceicco poi ha deciso di svegliarsi proprio quando allenavo io… Prima Lavezzi, poi Lucas, sono saltati obiettivi che avevamo in testa. La costituzione di due esterni è sfumata e ci siamo orientati su una seconda punta. Tra le varie situazioni di mercato, Antonio era un’idea di primo livello. Dopo un confronto con Moratti, Branca e Ausilio abbiamo intavolato questa trattativa col Milan. Anche perché poi il Milan ha voluto Pazzini e le due società hanno compiuto i loro interessi”.
Mauro Piro – www.calciomercatonews.com