MILAN ANDERLECHT – La buona notizia, é che non si é subito goal, e soprattutto che gli avversari, quasi mai hanno impensierito Abbiati. Riuscire a trovare qualcosa di buono in un momento cosí delicato, potrebbe essere addirittura incoraggiante. Le gambe tremano tutte le volte che la palla arriva verso di te, mentre rotola nella tua direzione 1000 pensieri, bisogna immediatamente decidere a chi scaricare questa responsabilitá, e allora si cerca il compagno piú vicino, piú facile da servire cercando di fare meno danni possibile. Non é questo il calcio che il Milan ci ha abituati a vedere, velocitá di gioco, giocatori che corrono con e senza palla, attaccanti che si propongono, registi che illuminano, difensori che infondono sicurezza quando la palla arriva dalle loro parti. Sono davvero finiti quei tempi, o dobbiamo ancora poter sperare in una rinascita di questo gruppo? Ieri sera contro un avversario, con collaudata organizzazione corale, ma di modesta caratura, si doveva vincere, per dare serenitá e certezze ad un gruppo, che in questo momento della stagione, puó anche non essere al top della condizione, ma che in altri momenti, passatemi il termine, avrebbe asfaltato l’Anderlecht. Un primo tempo confusionario, nessuna trama di gioco, 3 conclusioni verso la porta difesa dall’ottimo Proto, ma altrettante arrivate dalle parti di Abbiati. 53 % possesso palla a favore dei campioni di Belgio, questo dato é forse il piú sconcertante, Sampdoria e Atalanta, seppur vincenti in quel di San Siro, non hanno avuto piú del 40%. Nella prima frazione di gioco sono stati proprio gli ospiti a comandare il gioco, e i rossoneri a ripartire, o almeno, a cercare di farlo. Durante l’intervallo, la sensazione é stata quella di una formazione, che avrebbe dovuto essere strigliata negli spogliatoi, ma non dal tecnico, che probabilmente aveva bisogno di essere strigliato a sua volta. Tutti adesso hanno paura, una paura di sbagliare, e di rendere la propria posizione ancor piú pesante! Signori scusate, siete uomini che guadagnano un sacco di quattrini, bisogna prendersi le proprie responsabilitá, e tirare fuori gli attributi. Forse qualcuno dall’alto, é davvero sceso negli spogliatoi, perché, a parte i primi 5/10 minuti in cui le gambe continuavano a tremare, é stato proprio il tecnico a dare il buon esempio, e tirar fuori dal campo, non senza prendere una bordata di fischi, quel Boateng che tante volte ha risolto partite da solo, ma che ieri proprio a causa della convinzione di poter riuscire in solitudine, a chiudere la crisi, é davvero stato irritante. Bene Mister, bravo nonostante il dissenso dei tifosi, sei riuscito finalmente a far capire chi comanda. Da lí in poi, tutti per almeno 20 minuti, hanno visto un buon Milan, per caritá neanche lontanamente quello che ci piacerebbe vedere, ma in tempi di vacche magre, bisogna accontentarsi. El Shaarawy ha allargato il gioco sulle fasce, sfruttandole finalmente, anche perché gli sponsor che avevano il cartellone pubblicitario un pó defilato, si sono lamentati in via Turati, che i loro prodotti non avevano la giusta visibilitá causa il gioco del Milan. In questi 20 minuti, in un paio di occasioni, i rossoneri hanno anche sfiorato il goal, e messo alle corde i Belgi, incredibile parlare in questi termini di una squadra che negli ultimi 25 anni ha vinto tutto, e che nella propria homepage, vanta la dicitura: IL CLUB PIÚ TITOLATO AL MONDO. Neanche io credo che questo stia succedendo davvero, forse dobbiamo avere pazienza, come dice Allegri, ma per quanto tempo dobbiamo aspettare che le cose vadano meglio? Giá, per quanto tempo? Perché ieri lo stadio era semideserto, se le cose non cambiano in fretta, si dovranno investire i soldi risparmiati dal mercato, per pagare l’affitto dello stadio al comune di Milano…
Gian Mario Casu – Calciomercatonews.com
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