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Calciomercato Milan, Editoriale: un centrocampo che non convince. Cosa può essere corretto?

CALCIOMERCATO MILAN EDITORIALE CENTROCAMPO – Ricominciano finalmente i lunedì all’italiana ed alzi la mano chi non ne aveva sentita la mancanza. Perché il lunedì mattina del bel paese, accompagnato da un cornetto ed un caffè (preferibilmente a casa data la recessione) porta alle solite riflessioni sulla domenica calcistica appena passata. Ricominciato il campionato, ripartono le infinite discussioni sui tecnici, sui giocatori, sui presidenti  e perché no, si ricomincia anche con i soliti battibecchi tra supporters, il sale delle chiacchiere da ‘bar dello sport’. L’argomento di discussione di questo afoso lunedì mattina, va a spingersi principalmente sul Milan, squadra partita male in campionato a causa di una sconfitta in casa subita dalla neopromossa Sampdoria. Per chi magari non ha avuto il piacere di iniziare la domenica calcistica con un aperitivo a base di Spritz e partita, leggere il risultato potrebbe portare a riflessioni scontate su un inizio stentato della squadra rossonera. Diciamoci la verità: davvero in pochi avrebbero auspicato un inizio del genere della squadra di Max Allegri. Andando però a fondo della nostra trattazione, per chi come chi vi scrive ha avuto il piacere di seguire la partita, salta facilmente all’occhio un fatto importante. Nelle scorse due stagioni, oltre alle grandi prestazioni del solito Ibrahimovic, capace di risolvere i match in 30 millisecondi, la vera forza del team meneghino proveniva dal centrocampo. L’idea per la linea mediana di Max Allegri era avvenieristica e rivoluzionaria: via il regista davanti alla difesa con tanti saluti ad Andrea Pirlo, scaricato come un pacco postale alla Juventus. A costruire gioco ed a far girare la manovra saranno le mezz’ali. L’esperimento, tutto sommato, nel primo anno era andato bene; nel secondo anno invece così così, nonostante l’exploit di un Nocerino formato ‘superhero’.

Arriva la nuova stagione e conseguentemente ad una grande annata della Juventus (con in testa Andrea Pirlo, che adesso in casa Milan si rimpiange) ed anche a quella che è stata una decisione dettata principalmente dall’alto (quel presidente che tanto ama il bel calcio e le due punte), Allegri decide di cambiare: ritorna il regista davanti la difesa. Cambia poco? Null’affatto. Il gioco, torna a passare dai piedi del playmaker che adesso non deve avere più soltanto qualità da interditore e tanto fiato. E le mezz’ali? Restano i tantissimi movimenti di inserimento, ma passano meno palloni dai piedi dei due “esterni” di centrocampo, chiamati adesso a compiti totalmente differenti. Un cambio radicale che, negli occhi di uno spettatore anche disattento, sarà saltato subito all’occhio. Un ritorno al classico? Ok, ci può stare.

Presupposti buoni. Applicazione, pessima. Cosa è andato storto? La mancanza degli interpreti in primis. Montolivo, e lo ha dichiarato lo stesso giocatore di recente, non è un regista classico e non è nemmeno un trequartista. Per stessa ammissione dell’ex viola, il numero 18 è una mezz’ala che, nella scorsa stagione, avrebbe tanto fatto comodo al tecnico livornese. E ieri, senza voler per questo screditare il valore del nazionale azzurro, si è visto. Lentezza nei passaggi, poca sicurezza nelle giocate: se adatti un giocatore in ruolo, devi mettere anche in conto il possibile flop.  Montolivo non è un regista e difficilmente scenderà in campo ancora davanti la difesa.

Posto il fatto che è l’assenza del canonico numero 8 la causa essenziale del tracollo rossonero, può dunque, attingendo all’organico già in casa, solamente capitan Ambrosini reggere una stagione da 50 partite? Dubbi, forti dubbi potrebbero assalire la dirigenza. Guardando il calendario, leggere la data corrente (27 agosto) non può che intimorire i tifosi rossoneri, per nulla contenti di un inizio del genere. Saltato l’acquisto di Nuri Sahin, passato al Liverpool e su cui, chi vi scrive, ripone il massimo della fiducia ed ammirazione, come andare ai ripari? Può la soluzione di un Kakà regista, risolvere questa evidente mancanza. No ed ancora no. Adattare Kakà, in questo momento, sarebbe una pazzia. Kakà è stato straordinario e lo è ancora nel ruolo di trequartista. Tarpare le ali ad un giocatore che già nelle ultime stagioni ha dimostrato di essere in fase calanti, sarebbe un’idea quantomeno discutibile.

Serve dunque un nome su tutti, un giocatore che possa restituire fiducia e sicurezza. Vogliamo sbilanciarci? Francesco Lodi, giocatore di proprietà del Catania. Sarebbe un colpo dell’ultimo minuto in stile Milan che può aiutare nel ritorno ad un’impostazione classica della manovra del gioco, con susseguente miglioramento sul piano del calcio espresso. Lodi, dotato di un mancino delicatissimo, è il miglior regista sul mercato che i rossoneri possono puntare. Servirà però anche un’operazione alla Galliani per restituire entusiasmo anche ai tifosi del lunedì mattina, che intanto continuano a discutere sul campionato appena iniziato e che tanto era mancato…

Mauro Piro – www.calciomercatonews.com

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