CALCIOMERCATO MILAN CONTI FININVEST – La Fininvest proprietaria del Milan ha imposto ai dirigenti del club rossonero un piano di rientro dal debito. Tra la fuoriuscita dei senatori e le cessioni eccellenti di Thiago Silva e Ibrahimovic il risparmio sui costi e le entrate straordinarie produrranno effetti dirompenti già nel bilancio che chiuderà il 31 dicembre 2012: dal -67 milioni del 2011 a un sostanziale pareggio. Ma a differenza delle misure «tampone» del 2006 e 2009, quando le plusvalenze di Shevchenko e Kakà sistemarono i conti solo temporaneamente, la nuova austerity rossonera promette di durare a lungo. La chiave di tutto sta nel monte-stipendi, che ha subito una profonda cura dimagrante, scendendo già — su base annua e considerando solamente i tesserati — da 190 a 130 milioni. Certo, la campagna acquisti chiuderà soltanto a fine agosto ma il tetto d’ingaggio da 4 milioni è diventato un must per l’equilibrio gestionale. Il bilancio 2012 beneficerà per metà (il semestre che va da luglio a dicembre) del taglio degli stipendi dei partenti: quindi 30 dei complessivi 60 milioni. Ma ci saranno pure i circa 45 milioni relativi alle plusvalenze del brasiliano e dello svedese. Rispetto al 2011, poi, scomparirà la «tassa» di 11 milioni del premio scudetto pagato alla squadra. La struttura dei ricavi, invece, resterà più o meno la stessa. Un anno fa, con 243 milioni, il Milan è stata la prima società italiana per fatturato (al netto delle plusvalenze), con un’impennata del settore commerciale (da 67 a 82). Nel 2012 l’importo corrisposto dall’Uefa per la partecipazione alla Champions è più alto, grazie all’approdo ai quarti, ma verrà mitigato dal calo degli introiti da abbonamenti. Quanto ai diritti tv, i rossoneri hanno già scontato nel 2011 la contrazione derivante dal ritorno alla vendita collettiva, imposta dalla Legge Melandri. A oggi il margine operativo lordo dell’esercizio 2012 (cioè prima di proventi e oneri finanziari e di imposte) risulta essere leggermente in utile. Un incredibile miglioramento dal -62 (-67 la perdita netta) dell’anno precedente. È vero che le prossime operazioni di mercato potranno cambiare lo status quo, ma non stravolgerlo. A esempio, se anche venissero investiti 20 milioni in acquisizioni di calciatori, sul conto economico 2012 peseranno solo per una frazione della torta da spalmare, alla voce ammortamenti, su tanti anni quanti sono quelli dei contratti delle rispettive new entry. La buona notizia per la Fininvest è che, stando così le cose, non dovrà più staccare altri assegni fino alla fine dell’anno, dopo i 25 milioni versati in conto capitale a marzo per risollevare il patrimonio netto dai bagni di sangue dei bilanci passati e i 4 milioni di giugno per coprire l’acquisto di Acerbi. Ma il gruppo della famiglia Berlusconi, alle prese con il crollo in Borsa del titolo Mediaset (-80% da aprile 2010) e le difficoltà di Mondadori, ha ormai deciso che il processo virtuoso del Milan dovrà continuare senza tentennamenti e approdare a una normalizzazione delle dinamiche costi-ricavi.
Giacomo Novara – www.calciomercatonews.com
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