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Calcioscommesse Juventus, Ziliani: Andrea Agnelli dovrebbe prendersela con i suoi legali

 

 

CALCIOSCOMMESSE JUVENTUS ZILIANI – Dopo che è stata respinta la richiesta di patteggiamento per Antonio Conte e dopo le pesanti richieste di squalifica oltre che per l’allenatore bianconero, anche per Bonucci, Pepe, Alessio e Stellini, il presidente della Juventus Andrea Agnelli si è scagliato contro la FIGC e la Giustizia Sportiva, ma per il giornalista di Mediaset Paolo Ziliani la colpa in realtà sarebbe degli avvocati del club bianconero che non sarebbero stati in grado di difendere adeguatamente i loro assistiti: “Se fosse tutta colpa di quei pasticcioni degli avvocati juventini? Prima di prendersela con Figc e giustizia sportiva, forse Andrea Agnelli dovrebbe prendersela coi suoi legali. Che in quanto a lucidità lasciano un po’ a desiderare. Ricordate quando l’avvocato Zaccone, davanti alla Caf nel luglio del 2006, su precisa domanda del presidente Cesare Ruperto chiese per la Juventus “la retrocessione in serie B con penalizzazione come pena congrua”? C’era il timore che le malefatte di Moggi potessero condannare la Juve a ripartire addirittura dalla C1 o dalla C2: da qui la decisione dei legali della Real Casa (decisione difesa a spada tratta dal presidente Cobolli Gigli e dal presidente onorario Boniperti), con tutte le polemiche che ne seguirono. Per buona parte della tifoseria juventina, quello dell’avvocato Zaccone fu un clamoroso autogol. Ma così fu (se vi pare). Ebbene: a distanza di 6 anni esatti, questa volta davanti alla Disciplinare, è esploso il caso-Conte. Che rischia oggi una squalifica di 15 mesi dopo che il patteggiamento “de luxe” concordato con Palazzi (3 mesi e 200 mila euro di multa) è stato rispedito al (doppio) mittente dal presidente Artico. Nell’affannoso tentativo di limitare al massimo la sospensione di Conte, gli avvocati juventini – e con loro Palazzi – hanno perso di vista il quadro d’insieme: che con Conte incornicia alcuni personaggi minori strettamente legati all’ex tecnico del Siena, come il vice Alessio e i collaboratori Stellini e Savorani. E così: mentre per Conte la Juventus studia e propone un patteggiamento di 3 mesi (+ maximulta) per la doppia omessa denuncia di due partite taroccate, Novara-Siena e Albinoleffe-Siena, per Stellini – suo fedele collaboratore – viene proposto, e accettato, un patteggiamento di 2 anni (+ 50 mila euro di multa) per l’illecito legato alle due partite in questione. Un illecito consumato sul campo con il Siena che una volta pareggia (a Novara) e una volta perde (a Bergamo) dopo che vari giocatori, molti dei quali rei confessi, s’incontrano alla vigilia dei match per concordare modalità del tarocco e sicurezza delle scommesse (a cominciare da Sala, Passoni e Poloni dell’Albinoleffe, che hanno tutti patteggiato la loro colpa, il primo a 2 anni come Stellini). E insomma, visto che la credibilità è tutto, i giudici della Disciplinare devono essersi chiesti: possibile che Conte, che tutti conosciamo come fiero e carismatico condottiero delle panchine, sia invece un povero babbeo che vede suoi stretti collaboratori (Stellini) e suoi giocatori muoversi per alterare il risultato di due partite, una volta facendo pareggiare la squadra e una volta facendola perdere – quindi arrecando un danno gravissimo al club -, e nonostante questo lascia che tutto ciò avvenga trasformandosi nella scimmietta che non vede, non sente e non parla, manco fosse il magazziniere o l’autista del pullman? Delle due l’una: o Novara-Siena e Albinoleffe-Siena furono partite regolari, e quindi le accuse a Conte sono una montatura (ma allora non si spiegano confessioni e patteggiamenti di una decina di tesserati); oppure parliamo di tarocchi, e allora la Juve non può pensare di far patteggiare al braccio destro di Conte (Stellini) 2 anni per illecito sportivo consumato sul campo e a Conte (che normalmente a Stellini gli ordini li dà, e anche ai giocatori) 3 mesi per omessa denuncia. A meno che non passi il principio che Conte sia un burattino e un pusillanime: e cioè un allenatore incapace d’impedire che giocatori e collaboratori vendano le partite sotto i suoi occhi. Se c’è qualcuno che propende per questa tesi, alzi la mano. La verità è che in questa brutta faccenda, dopo gli errori commessi dai tesserati (Conte compreso) all’epoca delle partite finite nel mirino della giustizia, non solo sportiva, sono arrivati gli errori commessi in coppia dagli avvocati della Juve da una parte e da un Palazzi da prova del palloncino dall’altra. Il patteggiamento a 3 mesi più maximulta proposto per Conte era un obbrobrio e la Disciplinare ha voluto evitare che lo scandalo si consumasse. Detto questo, sarebbe bastato accettare il secondo patteggiamento (5 mesi e 10 giorni + multa) e, viste le carte, alla Juve avrebbero avuto motivo di festeggiare a caviale e champagne. Invece no: ora si va a processo e per Conte la stagione 2012-2013 potrebbe già ora considerarsi conclusa. Morale della favola: prima di pensare a chi far sedere in panchina, sarebbe il caso che Andrea Agnelli pensasse a rafforzare il suo team di avvocati. Per evitare d’incorrere in nuovi pastrocchi tipo difesa di Conte-difesa di Stellini. Da cui si evinceva che chi contava, ai tempi del Siena, non era Conte. Era Stellini.”.

Giacomo Novara – www.calciomercatonews.com

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