SERIE A MILAN ALLEGRI – Quando si perde le responsabilità ricadono quasi sempre sugli allenatori che al contrario non vengono quasi mai menzionati quando si conquista una grande vittoria. Lo scudetto del Milan dello scorso anno è stato un titolo fortemente voluto dal tecnico Massimiliano Allegri, che ieri sera nel corso della prima puntata del programma “4-3-3” su Sky si è lasciato andare ad una conversazione amichevole con Alessandro Costacurta. Ad aiutarlo è stato “il gruppo storico che mi ha dato subito l’impressione di volersi mettere in discussione perché dato per finito troppo presto” ha spiegato Allegri che presto si è fatto la fama di “tagliatore di teste” ottenendo la cessione di Ronaldinho e sovvertendo alcune gerarchie. «Non è stato semplice – ha osservato -, ogni cambiamento crea squilibri. Quando sono arrivati Ibrahimovic , Robinho e Boateng ho subito deciso di giocare con il trequartista e piazzare Pirlo regista basso, mentre prima si giocava con tre attaccanti e una mezza punta. Poi, pian piano, ho capito che Boateng poteva rendere meglio da trequartista che da mezzala e ho tirato fuori Seedorf . Clarence mi fece notare che stava giocando bene, gli spiegai che mi serviva un trequartista diverso. Oggi Seedorf va meglio da mezzala, ha più tempo per la giocata, con il suo piede unico può mandare in gol le punte». Alla fine però ciò che conta è il risultato: «Ma al Milan devi vincere giocando ogni tre giorni, e anche quando vinci ti dicono che non va bene. Le pressioni – ha chiarito – non arrivano tanto dal presidente ma soprattutto dai media. Per fortuna ho una società molto brava soprattutto nella comunicazione e nella gestione di in tutti gli aspetti che servono ad allenatore e giocatori di lavorare bene». Molto solido è il feeling con Adriano Galliani . «Vado spesso in sede, mi piace stare a contatto con lui – ha raccontato -. Parlando quotidianamente si cerca di migliorare alcune situazioni, non solo di campo».
Stella Dibenedetto – www.calciomercatonews.com