MOROSINI PARERE MEDICI DELLO SPORT – I medici su questo sono concordi: il defibrillatore non serve in assenza di fibrillazione ventricolare. Anche se il presidente della Federazione Medico Sportiva, Maurizio Casasco raccomanda di aspettare prima l’autopsia visto che al momento attuale non è possibile sposare l’ipotesi dell’infarto o quella dell’aneurisma cerebrale che comunque sono le più probabili. Casasco però sottolinea: “In Italia, rispetto al resto del mondo, abbiamo una legge sull’obbligatorietà della visita per l’idoneità, che in 20 anni ha ridotto del 90 per cento i casi di morte improvvisa nello sport. Con il Coni su questo fronte siamo sempre stati impegnatissimi: la priorità è conquistare la medaglia della salute”. Ed aggiunge: “E’ importante che sia uno specialista di medicina sportiva, che conosce la sua disciplina, a intervenire nella gestione del primo soccorso. Insomma, una nuova cultura dell’emergenza, con al centro il medico sportivo, una specie di direttore sanitario che interviene con competenze che non si fermano al campo cardiologico”. E’ il passo avanti che secondo Casasco è necessario fare, quello di cui il mondo dello sport, con i suoi medici, discuterà nelle prossime ore anche con il ministro Gnudi. Fabio Picozzi, presidente mondiale dei medici sportivi, sostiene che “ormai anche i Paesi anglosassoni stanno seguendo la nostra via. Non credo sia il caso di fare revisioni dei controlli, casomai bisogna evitare revisioni in diminutio e scongiurare la trasformazione dei controlli in biennali”. Dunque visite, controlli, idoneità: la strada italiana. Ma Roberto Corsetti medico della squadra di ciclismo Liquigas denucia: “I controlli sono gli stessi dell’82, poi c’è stato un aggiornamento che riguarda gli atleti professionisti. C’è bisogno di un osservatorio epidemiologico che ci consenta di studiare il fenomeno”.
Giacomo Novara – www.calciomercatonews.com