MORTE MOROSINI PROFESSOR PIGOZZI MEDICINA SPORTIVA – La Gazzetta dello Sport, dopo la morte di Piermario Morisini, ha voluto chiedere un parere medico ed ha intervistato il professor Fabio Pigozzi, presidente della Federazione di Medicina Sportiva Mondiale.
Muamba, Bovolenta, Morosini, tutti casi di arresti cardiaci in campo nelle ultime settimane. E’ solo un caso?
«Abbiamo avuto nelle ultime settimane situazioni di questo genere, ma questo non significa molto. Purtroppo c’è stata una coincidenza in tempi stretti di eventi tragici»
Quali sono le cause più frequenti di morte durante l’attività agonistica?
«Le patologie cardiovascolari. I più frequenti casi di morte improvvisa per arresto cardiovascolare vanno riportati a tre tipologie:
La displasia aritmogena del ventricolo destro, la cardiomiopatia ipertrofica e l’anomalia congenita delle arterie coronarie. Di Morosini andranno valutate le cause»
Come e quanto si muore di sport?
«Voglio riportare alcuni dati: sotto i 35 anni il dato di morte è di uno ogni 100-300.000 atleti, ma il dato si accentua notevolmente – uno ogni 15-50.000 – se si considerano gli atleti sopra i 35 anni».
La domanda che ci si fa in questi casi è: si poteva prevenire? Ci sono controlli a sufficienza per gli atleti?
«In Italia abbiamo una legislazione all’avanguardia, perhé chiunque pratica una attività viene sottoposto a screening preventivo. Con gli strumenti di routine – visite specialistiche preventive e screening – riusciamo a identificare certe patologie. Talvolta ci sono sintomi premonitori. Quello che non è azzerabile è il rischio, ma noi lavoriamo perché il rischio sia minimizzato»
Come si pone la medicina sportiva di fronte a questi casi?
«Niente allarmismi, e intendo a tutti i livelli, dai professionisti a chi pratica sport a livello amatoriale. In Italia ci sono sei milioni di sportivi praticanti: quello che auspichiamo è che ci sia un controllo reale, che tra l’altro è disciplinato dalla legge. I risultati dello screening dicono che l’1-2% di chi si sottopone alla visita medica viene ritenuto non idoneo. E il 70% di queste mancata idoneità va riportato a cause cardiovascolari»
Che riflessione le impone un episodio come quello di Morosini?
«Non bisogna mai abbassare la guardia. In alcuni casi esiste l’imponderabile, ma noi sappiamo che il grande sforzo della medicina sportiva è di minimizzare il rischio di queste morti improvvise»
Matteo Bellan – www.calciomercatonews.com
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