EDITORIALE INTER – “E’ tornata la vera Inter”, cantano i rivali milanisti e juventini. Sarà vero? Da presente in tutte queste sconfitte sugli spalti, Palermo esclusa, e persino a Monza ho visto i nerazzurri perdere con il Chievo, la sensazione è quella. Mentre ero in macchina di ritorno da Novara, mi è venuta in mente l’immagine di una macchina spenta: è l’Inter.
Quando compri una macchina nuova, questa ha bisogno di rodaggio, può avere qualche piccolo problema, ma comunque inizia a macinare i primi chilometri: è la prima Inter di Moratti. Il patron interista investì molto, comprando grandi campioni, vinse una Coppa Uefa e sfiorò più scudetti. Poi si è scoperto che questa macchina aveva il freno a mano tirato, vedi Calciopoli, e a volte anche il pilota sbagliato. Poi tolto il freno a mano, e trovato il giusto conducente, la macchina è partita velocissima vincendo i primi scudetti, ma con un buon pilota, che vinceva solo i gran premi, ma non il campionato mondiale, e in scuderia non erano soddisfatti, volevano di più.
Così, è arrivato anche il pilota che ha fatto vincere il Mondiale, e intendo il Triplete (ça va sans dire), con una macchina perfetta. Il motore emetteva un suono delicatissimo, quasi rilassante, pardon, esaltante. Poi questo “pilota” ha lasciato la monoposto e, oltre a diversi tentativi nel riportarla in strada, anche il motore ha iniziato a dare segni di cedimento. A questo punto, la squadra ha spinto e trascinato la macchina per qualche chilometro, vincendo la Coppa Italia, non senza qualche spegnimento improvviso del motore (Schalke e Milan). Forzando troppo, il motore si è fuso. Probabilmente, l’ultimo pilota ha contribuito a fondere il motore, non lasciando la frizione, però questo già scricchiolava.
E cosa fa una macchina con il motore fuso? Non si muove più, si rottama. Ed è proprio ciò che serve all’Inter: un motore nuovo. Zanetti, Cambiasso, Samuel, Milito, Lucio hanno macinato troppi chilometri. La società di Corso Vittorio Emanuele ha bisogno di cavalli nuovi, pronti a scattare e a bruciare tutti al semaforo. Alcuni sono pronti, Pazzini, Viviano e Ranocchia, alcuni da provare, Alvarez, Castaignos, Coutinho e Poli, e altri vanno comprati.
A bordo della nuova macchina va messo un pilota, che sappia trasformare una 600 in una Ferrari. Dandogli del tempo e, soprattutto, un motore nuovo. A questo punto, entra in gioco anche la scuderia. Ci vuole un progetto, che in questo momento manca. Ed è lo scenario peggiore.
Alberto Santi – www.calciomercatonews.com
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