Calciomercato Roma, editoriale: inizia una nuova area, grazie Sensi, buon lavoro DiBenedetto

CALCIOMERCATO ROMA DIBENEDETTO SENSI – Cala il sipario sulla stagione più travagliata e al tempo stesso più ricca di aspettative per il futuro della As Roma. Sul campo la squadra ha deluso tutte le euforistiche aspettative dei tifosi e le lucide previsioni degli addetti ai lavori che, a ragione veduta, la accreditavano di un ruolo di primo piano nella lotta al titolo. Fallito anche il traguardo Champions la serata finale all’Olimpico ha visto il commosso e triste commiato della famiglia Sensi cui, al di là di errori e demeriti, il mondo romanista e quello del calcio in genere devono tanto. Lo ha capito anche Pallotta che non ha voluto essere all’Olimpico per non calamitare su di sè nemmeno una fetta di quell’attenzione che la Dott.sa Rosella, sua mamma e le sue sorelle si erano meritate. Quando lascia un personaggio importante o, come in questo caso, una famiglia importante, chi subentra può e deve aspettare un attimo, l’ultimo applauso, l’ultimo saluto non andavano interrotti. Con i Sensi va via una gestione romantica e appassionata ma anche arruffona, approssimativa ed economicamente border line di un club di calcio importante.

Molti hanno già dimenticato che Roma guidata dai Sensi, sia pur in grave sofferenza economica, è stata comunque la sola anti-Inter di questi anni. Ha vinto una Coppa Italia, una Supercoppa e si è regalata un sogno, svanito contro la Samp. Il calcio purtroppo e per fortuna fagocita tutto, subito.
E’ passato appena un anno ma sembrano molti di più. Ranieri si è dimesso senza che nessuno lo rimpiangesse o facessi finta di farlo (è mancato a Menez ma il suo parere visto il rendimento conta poco), smarrito il ruolo di anti-inter e congedati per sempre anche i Sensi, la Roma appartiene ad una “cordata” americana che si sta insediando in maniera ovattata, senza proclami e navigando sott’acqua. Sempre che stia navigando.

Il tifoso romanista, ad oggi, sa che della Roma si sta occupando Sabatini, ma per il resto è come un pugile impegnato in un 2 contro 1: non sa da che parte guardare, di chi fidarsi e quali colpi parare.
Attualmente sembrano in lizza per la panchina Montella, Pioli, Bielsa, Deschamps e Ancelotti. Forse stiamo scordando qualcuno o più probabilmente stiamo includendo tra i papabili qualcuno di troppo. Se, infatti, pare che Vilas Boas verrà in Italia solo per le ferie, Ancelotti ha tutta l’aria di aver rinnegato (pardon rimandato) il sogno di allenare la Roma. Probabilmente rifondare una squadra assomiglia più ad un all in pokeristico piuttosto che all’attualizzazione di un sogno; ed ecco che l’Italia diventa solo meta di escursioni turistiche e l’Inghilterra posto in cui si vuole fortissimamente cercare di restare ad allenare… salvo chiamate dalla Spagna, con Madrid in testa.

Se è vacante il trono dell’allenatore figurasi come si possa cercare di capire qualcosa sulla compagine tecnica.Si sa che il cambio in panchina stravolge le gerarchi tecnico tattiche. A Torino, probabilmente, l’emarginato Sissoko diventerà importante per Conte, tanto per fare un esempio.
Per questo motivo è difficile fare previsioni sul futuro di Menez, Vucinic, Borriello, Greco, Simplicio e noi, non essendo dotati di sfera magica, ci asteniamo restando in vigile ed interessata attesa di eventi che conducano al dipanarsi della matassa Alcune certezze ci sono. La prima , scusate l’ovvietà , è il Capitano; la seconda è che questa Roma ha bisogno di un portiere che non si limiti a fare presenza tra i pali e di un centrale di rango che rimpiazzi Mexes. Poi ci sarebbero i terzini ma questi sono argomenti da lasciar stare un attimo.

E’ più importante concentrare l’attenzione su altri 2 aspetti dall’impatto ancor più rilevante. Innanzitutto capiremo molto dell’atteggiamento di Di Benedetto & C assistendo a come tratteranno la “questione” De Rossi. Vendere De Rossi a Roma non è come vendere Pastore a Palermo o Palombo a Genova. Roma si identifica molto nei suoi simboli, e De Rossi è uno di questi, oltre ad essere uno dei migliori centrocampisti del mondo. Solo la presenza di De Rossi in rosa permette all’ambiente giallorosso di guardare con una certa serenità al fatto che Totti invecchia e prima o poi dovrà fermarsi. Ripartire da lui sarebbe un importante segnale per l’ambiente, significherebbe: sappiamo cosa abbiamo comprato e con che spirito va gestito.
Infine un auspicio: che la nuova dirigenza capisca che c’è una proporzionalità inversa tra l’importanza del tifoso e quella delle radio romane. Ascoltare il tifoso è importante, spegnere le radio o farle girare a vuoto lo sarebbe molto di più. Buon lavoro alla nuova dirigenza, ne ha bisogno

Spada Angelo – Calciomercatonews.com

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