CALCIOMERCATO JUVENTUS CALCIOPOLI ABETE MOGGI – Si può riscrivere la storia, ma bisogna chiederlo, perché appare improbabile che la Federcalcio possa, sua sponte, prendere in conside razione una revisione dei processi del 2006, anche se Giancarlo Abete, giovedì, ha ammesso che dei «fatti nuovi» sono emersi dal dibattimento di Napoli e che il procuratore federale Palazzi sta indagando anche in virtù di questi, non solo sulla base dell’esposto-denuncia della Juventus (che in fondo attirava l’attenzione della Figc esattamente su quei fatti nuovi). Un dettaglio, quella dichiarazione di Abete, che potrebbe rivelarsi fondamentale per la storia di Cal ciopoli. Perché, al di là di quello che dovrà succedere a Napoli (dalla ricusazione della giudice Casoria in su), è chiaro (a questo punto, viene da pensare, anche ai vertici della Figc) che esistono i presupposti per chiedere l’applicazione dell’articolo 39 del codice di giustizia sporti va che regola la revisione dei processi e la revocazione del le sentenze. Questo perché tutto ciò che emerso nel dibattimento di Napoli è già una prova, ovvero un ele mento da portare in sede di giustizia sportiva per riscrivere le sentenze del 2006. Come fare? Semplice, qualcuno dei condannati deve presentare il suo ricorso alla Corte di Giustizia Federale. Lo potrebbe fare, per esempio la Juventus, che – a dire il vero – si era lasciata aperta questa porta già nel l’esposto sullo scudetto 2006 presentato l’11 maggio 2010. Da allora, a parte qualche frecciata di Andrea Agnelli, non si sono registrati movimenti particolari, tutto in nome del «aspettiamo la sen tenza di Napoli». Ma in fondo non è necessario attendere quello che, effettivamente, sarebbe il fatto nuovo per eccellenza, perché le telefonate e le deposizioni emerse nel procedimento penale dovrebbero bastare da sole a dimostrare le incongruenze delle sentenze emesse dalla giustizia sportiva nel 2006. Tant’è che qualcuno sta già pensando di muoversi. Per esempio, l’ex arbitro Massi mo De Santis (condannato a 4 anni di inibizione) sta ragionando sull’ipotesi. E poi cosa può succedere? Il primo passaggio è quello con il quale la Corte di Giustizia Federale giudica l’ammissibilità del ricorso, ovvero se ci sono i termini per poterlo presen tare. Oggettivamente, rileg gendo la norma sulla ricusazione, risulta difficile pensare che un ricorso di qualsiasi dei condannati di Calciopoli possa essere respinto perché sussistono sia fatti nuovi (risultati, per esempio, da testimonianze), sia nuove prove (le ormai famose intercettazioni nascoste dall’indagine di Auricchio). A quel punto si procede come in un giudizio normale e il risultato può essere la revisione migliorativa per i condannati o la conferma delle sentenze. E quando si parla di revisione migliorativa si può anche ipotizzare un’assoluzione per chi riesce a dimostrare la propria innocenza attraverso i nuovi elementi. E per la Juventus? Vale lo stesso discorso: in linea assolutamente teorica (per arrivare alla “pratica” c’è un giudizio di mezzo e quindi bisogna usare prudenza) si può anche pensare alla cancellazione, molto virtuale, della retrocessione in serie B e la ri-assegnazione degli scudetti tolti. Sarebbe il massimo risultato ottenibile da parte del club e – oggettivamente – poco probabile. Ma, alla luce delle nuove telefonate e delle nuove testimonianze, è difficile pensare che la Corte di Giustizia possa confermare in toto ciò che fu deciso cinque anni fa. E questo, inevitabilmente, aprirebbe la porta alle richieste danni: un altro discorso, non meno im portante.
Fonte: Tuttosport
Matteo Raimondi: www.calciomercatonews.com
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