CALCIOMERCATO MILAN ZENIT SAN PIETROBURGO GATTUSO / Avrà i suoi begli anni, Rino Leonida Gattuso, ma lui è un vino di botte buona e il tempo gli ha regalato velluti e viole al nativo carattere asprigno. Salvo colpi di testa non canonici — un eccesso di fermentazione? — sulla fronte altrui e il carattere battagliero — così poco adatto ai tarallucci ma altamente consigliato per i piatti a base di carne, precipuamente cacciagione — il calabrone del Milan ronza e ringhia sopra il resto della squadra, in questa fase cruciale del campionato rossonero. Eminente. Al punto, per lui davvero inusuale, di andare in gol. Quello della vittoria all’Olimpico di Torino contro la Juventus. «Se nel Milan arriva a segnare anche Gattuso — aveva commentato senza ironia Leonardo — allora è proprio un segno del destino». Ma lui, quasi con imbarazzo, ma risoluto e modesto, ha stornato ogni complimento di circostanza: «Se da un po’ di tempo risulto io il migliore del Milan, be’, vuol dire che ci stiamo complicando la vita». Schietto a costo di essere sgarbato, ma tutti sanno che nel Milan di Allegri la figura di Gattuso giganteggia: «Le due anime del Milan — aveva a suo tempo detto il tecnico livornese — sono rappresentate da Ibrahimovic e da Rino: una è tecnica, l’altra morale e lega lo spogliatoio». Data per presa, nel derby, l’anima tecnica del Tartufone di Svezia, ecco che quella morale diventa il motore motivazionale assoluto. Non che con Zlatan il prode Gattuso soffra di oscuri complessi di inferiorità: lui è forse il solo che all’occorrenza possa cantarle in rima anche a Ibra. Ma nello specifico stracittadino, salvo inopinate defaillances fisiche, il suo apporto agonistico sarà fondamentale, indispensabile: di derby Rino ne ha visti passare sotto i tacchetti e fin da pischello del Milan non si faceva intimorire dai campioni avversari. Chi non ricorda il confronto con Ronaldo, provocato fino al midollo da un ragazzino barbuto svezzato in Scozia a colpi di spada? Il derby prossimo venturo, s’altri nol niega, sarà soprattutto un derby da e per Gattuso. Anche se, si sa, per il Rino questo potrebbbe essere l’ultima stracittadina milanese. Voci di una sua dipartita (sportiva) lo inseguono fin dall’anno scorso, quando pareva lì lì per accasarsi al Bayern Monaco di Van Gaal e Robben. Oggi sembrano invece farsi più insistenti le voci di una sua partenza nella luce dell’Est, verso quello Zenit di San Pietroburgo che è un vertice di potenza con ambizioni continentali. Luciano Spalletti sarebbe felicissimo di avere tra i suoi un Ringhio in più. Anzi, un Gattuski in più. All’alba dei trentatre anni, ci pare una bella svolta nel destino agonistico. Ma non precorriamo tempi e modi: nel cielo di Rino, pieno di derby e di corsa scudetto, lo Zenit è ancora e solo un punto astronomico.
Fonte: Il Giorno
La Redazione di www.calciomercatonews.com
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