INTER ETO’O PALLONE D’ORO – Un Eto’o così, è da Pallone d’Oro. Lo dicono i numeri (36 gol in 44 partite, Nazionale compresa, più undici assist, gli ultimi due a Sneijdere Pandev all’Allianz Arena) e lo dice Massimo Moratti: «È fantastico. Non voglio togliere niente a Ibrahimovic, ma a detta di tutti l’affare Eto’o è stato davvero grande, Samuel è veramente straordinario». La sfida a Messi e Cristiano Ronaldo, è aperta e – c’è da scommetterci – troverà un vincitore soltanto nella notte di Wembley, il 28 maggio, quando si assegnerà la Champions. Intanto il Re Leone a Monaco ha provveduto a segnare l’ottavo eurogol in otto partite, arrivato dopo la tripletta al Werder e la doppietta al Tottenham a San Siro e alle reti con Twente e Tottenham (ma a Londra). Il peso specifico di Eto’o nell’Inter non si esaurisce certo a gol e assist, come peraltro spiegato da José Mourinho, l’uomo che alzò personalmente il telefono per invitarlo all’Inter nella calda estate che portò allo scambio (con tanto di conguaglio a favore dell’Inter) con Zlatan Ibrahimovic: «Eto’o è un uomo di squadra, che è la cosa più importante nel calcio. Se la squadra ha bisogno di difesa, lui difende. Se la squadra ha bisogno che si batta, lui si batte». Lo sa bene pure Joan Laporta, l’uomo che passerà alla storia del Barça per aver venduto il Re Leone alla squadra che avrebbe poi negato la goduria più grande per i tifosi blaugrana, quella di alzare al cielo di Madrid la Champions vinta invece dall’Inter. «Ma Pep voleva Ibrahimovic – ha spiegato in una recente intervista Laporta – mentre Eto’o ce lo chiesero Valencia e Real Madrid, ma lui rifiutò entrambe le destinazioni».
«SAMUEL? NO PELÉ» Per la gioia di Moratti che sull’asse Lucio, Thiago Motta, Sneijder, Milito, Eto’o ha costruito un’Inter d’acciaio: «Io lo chiamo Pelé, perché è impressionante, rapidissimo. È fine e potente come una iena», l’incoronazione (tramite nuovo sito internet di Eto’o) firmata Wesley Sneijder. Un Eto’o che a Milano si è ambientato da re: ha acquistato un super attico in centro, fatto sistemare la sua stanzetta alla Pinetina dotandola di ogni comfort e promesso di voler chiudere la carriera all’Inter, una primizia visto che in passato aveva confessato l’intenzione di godersi un esilio dorato a Maiorca. Ma il Re Leone guarda anche più in là e ha buttato lì a Moratti l’intenzione di tornare un giorno all’Inter, ma da allenatore, per conquistare quanto vinto da giocatore, sotto un altro ruolo.
CHE FESTA! Stasera intanto a Milano si accenderanno i riflettori per la notte di gala organizzata per celebrare i cinque anni della Fundactiòn Privada Samuel Eto’o, nata per raccogliere fondi in favore dell area pediatrica dell Ospedale Laquintinie in Camerun. Come nel suo stile, l’ex stella del Barcellona, ha fatto le cose in grande coinvolgendo il gotha dello sport mondiale. Toccherà ad Amadeus, battitore d’asta d’eccezione, “piazzare” il casco di Valentino Rossi, le scarpe di Usain Bolt, la maglia indossata da Marco Materazzi ai Mondiali di Berlino 2006 e quella messa da Eto’o nella finale di Madrid, oltre a numerosi oggetti d’arte. La serata-evento, avrà pure un presentatore d’eccezione (Paolo Bonolis) e un parterre de roi degno di un Oscar del calcio: saranno presenti, oltre all’Inter al gran completo (Moratti compreso), pure Alessandro Matri e (forse) Luca Toni, oltre a mezzo Milan ( Galliani, Seedorf, Inzaghi, Maldini) e molti personaggi del bel mondo (Andrea Bocelli, Valeria Marini, Simona Ventura e tanti altri: per accogliere gli invitati è stato organizzato al Visionnaire, locale in pieno centro dove si terrà l’evento, un red carpet hollywoodiano). «Sono molto felice che tanti amici abbiano messo a disposizione questi preziosi regali per sostenere il mio progetto in favore del Camerun – ha spiegato Eto’o -. Sono convinto che con questa serata potremo mettere un altro piccolo tassello utile per migliorare le condizioni di vita dei bambini e dei ragazzi che vivono nella mia terra». Certe cose, valgono molto più di un gol.
Fonte: Corriere dello Sport
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