CALCIOMERCATO JUVENTUS NAPOLI MARINO KRASIC LAVEZZI – Alla fine dell’intervista, glielo si fa notare: certo che c’è proprio andato giù duro, senza sconti… Lui, Pierpaolo Marino – uno degli operatori di mercato più esperti del calcio italiano: dall’alto dei suoi 21 anni da dirigente in serie A – spiega: «Al momento sono un “osservatore esterno” e ho il dovere di dare giudizi, opinioni oneste senza farmi condizionare da amicizie o esperienze passate. Ho detto quello che penso e che, peraltro, in parte dissi già a suo tempo. Appena finita la sessione estiva del calciomercato: non vedevo una Juventus con un organico da vertici e mi sbilanciai. Però ammetto che neppure io mi aspettavo che si facesse peggio dell’anno scorso ».
Cosa manca alla Juve?
«Manca la qualità, che nel calcio fa la differenza. Gli unici giocatori che danno qualità sono Buffon e Del Piero, che pure hanno giocato poco o sono stati dosati per questioni anagrafiche. Ritengo sia un dato che fa riflettere: sono loro gli unici, veri, fuoriclasse in bianconero ».
E sono pure al centro di questioni di mercato o rinnovo, in particolar modo il capitano.
«Mi meraviglio che Del Piero sia sottoposto a questo stillicidio per il rinnovo e non ne ho capito il motivo. Pensavo ci fossero problemi di durata o di ingaggio, ma quando ho saputo che il giocatore avrebbe firmato in bianco… Credo che Del Piero sia fondamentale e faccia far punti anche come non giocatore, paradossalmente, già solo per la sua presenza nello spogliatoio. Senza considerare, poi, che è nelle condizioni di giocare, eccome, ancora per un bel po’».
Come si sceglie un giocatore “da Juve”?
«Non è così difficile… “Basta” scegliere un fuoriclasse. E un fuoriclasse lo riconoscono anche i semplici appassionati che seguono le partite dal vivo. Ad esempio, che Lavezzi sia un fenomeno non devo mica dirlo io… O Robben: è sufficiente vedere com’è cambiata la prestazione del Bayern senza di lui! Lo stesso vale per Eto’o oppure Ibrahimovic. E’ questo il tipo di giocatore che deve prendere la Juventus, non c’è alternativa. Nella mia carriera ho gestito società con profili differenti e ho capito un concetto sacrosanto: se hai un collettivo motivato, ben allestito, importante puoi arrivare al quarto posto. Ma se vuoi fare meglio, allora devi avere i fuoriclasse. Alla Juve, ripeto, a parte Buffon e Del Piero non ne vedo. Krasic? Credo che chiunque lo scambierebbe con Lavezzi. Si sente la mancanza di elementi come Nedved o come il Camoranesi dei tempi migliori ».
In quanto a “depauperamento di campioni”, però, Calciopoli ha pesato molto: Cannavaro, Thuram, Emerson, Zambrotta, Ibrahimovic…
«Questo è indubbio, però ormai sono passati diversi anni e ancora non è stata fatta una base solida nonostante siano state spese cifre importanti. Faccio l’esempio del Napoli, che è una realtà che conosco bene, e faccio notare che lì si partiva da zero, che vuol dire proprio zero, e in 6 anni s’è arrivati alla coppa Uefa».
Dunque, l’unico modo per invertire la rotta, a questo punto, è investire molto sul mercato?
«E’ l’unica via, sì. Se non proprio una rivoluzione, occorrerà comunque un lavoro improbo e tutt’altro che semplice. Condizionato, oltretutto, dalla politica scelta finora: basata sulla quantità più che sulla qualità, eppoi fatta con estemporaneità visto che, paradossalmente, i migliori acquisti (Quagliarella e Matri) sono stati effettuati a seguito di rifiuti o di infortuni e non erano le prime scelte. Quanto alle formule di pagamento scelte, prestiti con diritto di riscatto, che io ho definito “formule magiche”, beh: oltre a non aver dato una base per il futuro, e già questo è un fatto grave, hanno causato una posizione debitoria. E non solo: alcuni dei giocatori acquistati e dimostratisi non all’altezza, difficilmente accetteranno nuove soluzioni. Quindi sarà impegnativo anche il capitolo cessioni. Comunque, riassumendo: servono almeno tre, quattro big di livello assoluto. E per poterli ottenere, sarà fondamentale arrivare quantomeno in Europa League così come scegliere un allenatore di primissima fascia: altrimenti si rischia di perdere ulteriormente appeal ».
Appeal che già ora sta calando, basti vedere la serie di no ricevuti dalla dirigenza. Ultimo caso, quello di Piazon.
«Proprio per questo motivo è fondamentale chiudere al meglio la stagione. Perché un campione dovrebbe passare un anno dei suoi 10-15 di carriera rinunciando alla visibilità europea? Stesso discorso per ciò che riguarda l’allenatore: serve uno che rappresenti una garanzia per chi arriva. Conosco bene Spalletti, l’ho avuto all’Udinese e so che è perfetto anche per gestire un momento di transizione e cementare un gruppo. Capello, però, sarebbe il top: ha qualità da manager e potrebbe indirizzare le scelte della società».
Torniamo ai giocatori, allora: quali prendere? Si fanno i nomi di Sanchez, Rossi e Pastore.
«Se la Juventus vuole davvero tornare ai livelli di un tempo, deve puntare ancora più in alto. Deve pescare dal Real, dal Barcellona, dal Bayern. Gente esperta, che sa già cosa significa avere l’obbligo di vincere. Robben, ad esempio. O Villa, che consigliavo in estate. Giocatori come Sanchez, Pastore, Rossi sarebbero perfetti in una squadra già rodata e forte, si integrerebbero alla perfezione: ma qui si tratta di costruire un nuovo zoccolo duro. Sarebbe sbagliato far gravare su di loro la responsabilità di tornare al successo».
Ma è così facile convincere certi top player, alla luce di tutto quello che abbiamo detto?
«Con un piazzamento in Europa e con un allenatore importante non è impossibile. La Juventus è pur sempre la Juventus, e il nome “Agnelli” è come una calamita».
Fonte: Tuttosport
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