CALCIOMERCATO JUVENTUS DELNERI PRANDELLI HIDDINK AGNELLI – Dal 2006, anno di tutte le disgrazie bianconere con la retrocessione in serie B dopo il processo più veloce del West, la panchina della Juventus si è trasformata in un braciere. Scotta. Di più, brucia. Chi si siede e chi solo la sfiora… Ok, tra scaramanzie e dietrologia, numeri alla mano, si sono alternati in tanti, magari in troppi per un club che vorrebbe programmare: sì, Deschamps, Corradini, Ranieri, Ferrara 1, Ferrara 2, Zaccheroni, Del Neri, uno dietro l’altro, con finale mai banale e un tantino squalificante. Dimissioni, esoneri e fine rapporto hanno tranciato legami e interrotto progetti. Sono passati sei nomi, in una scia di polemiche. E tanti altri sono rimasti nel limbo, chissà quanto “fregati” da un no sul filo di lana.Prendete Marco Giampaolo. Entrò in ballottaggio con Ciro Ferrara nel giugno 2009. Il plenipotenziario Jean Claude Blanc tentò l’allora tecnico del Siena, poi diede fiducia al napoletano, sulla scia della moda lanciata dal Barcellona con Guardiola: squadra all’ex bandiera del club, giovane e preparato. Ma non è durato neppure Ciro. E tra dicembre 2009 e gennaio 2010 ecco irrompere il nome di Guus Hiddink, avvistato persino in un ristorante torinese a mangiare pasta in bianco (!), con un bicchiere di rosso sorseggiato amabilmente. L’olandese – in quel periodo sotto contratto con la Russia e ora ct della Turchia – ha sempre mandato in avanscoperta mediatica il suo agente, improvvisamente popolarissimo in Italia, tale Cees van Nieuwenhuizen. “Guus alla Juve? se arriva una proposta interessante…”. Ma non arriva, costa troppo, impegna troppo. Comincia a circolare anche il nome di Laurent Blanc, omonimo del presidente. Ma preferirà poi la Francia, dopo le disavventure di Domenech in Sudafrica. E come traghettatore, Alberto Zaccheroni ha la meglio su Claudio Gentile, contattato ma battuto allo sprint. Storia breve anche quella di Zac, comunque. E nei mesi del suo interregno parte la sfida Tra Rafa Benitez e Cesare Prandelli, quasi un tormentone. Lo spagnolo dei Reds “curato” da Blanc, l’ex bianconero ancora legato alla Fiorentina invece “prenotato” in anticipo da Bettega. Benitez, tra pro e contro, mai si sbilancia di persona, ma lo fa il suo procuratore Manuel Garcia Quilon che incontra i dirigenti bianconeri a Montecarlo. C’è anche l’inghippo della buonuscita trattata con il Liverpool. Il patron dei viola, Della Valle, alza il muro su Prandelli, che ha ancora un anno di contratto. Servirebbe l’intervento della proprietà, di John Elkann, per sbloccare l’empasse. Ma niente da fare. Cesare verrà “liberato” solo per la Nazionale, appunto. Siamo al rush decisivo. Prandelli ancora resiste e fa capolino Wenger, che gentilmente ricorda la sua storia con l’Arsenal, praticamente infinita. Si sussurra pure di tentativi con Fabio Capello. Nel frattempo Andrea Agnelli è diventato presidente e Beppe Marotta direttore generale. C’è da scegliere. Il dualismo, a questo punto, è tra il solito Prandelli e Gigi Del Neri, fresco del quarto posto con la Samp che vuol dire qualificazione Champions. Marotta, lui pure reduce da quel grande risultrato, lo indica come il tecnico adatto a ricostruire, a ridare certe regole al gruppo, insomma un gran lavoratore che saprà gestire la rifondazionerivoluzione- evoluzione. Solo che tutto si ripete in negativo e le difficoltà rimettono in discussione il futuro. Panchina che scotta. Che brucia…
(fonte: Tuttosport)
Paolo Bardelli – calciomercatonews.com
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