CALCIOPOLI VIERI PALAZZI INTER – C’era una volta, tanto tanto tempo fa (e prima di quello juventino), un esposto alla Figc firmato da Christian Vieri contro l’Inter per l’assegnazione dello scudetto 2006. C’era è ci sarà ancora, perché l’avvocato Danilo Bongiorno che assiste l’ex centravanti di Juve e Inter (eh già?) è in procinto di inoltrare a Palazzi, ad adjuvandum, un nuovo esposto: quello dell’aprile 2010, nonostante la dovizia di particolari inclusi nel prezzo, non è stato filato di striscio. Stavolta, però, c’è la convocazione del presidente dell’Inter, Massimo Moratti, al cospetto di Palazzi il prossimo 31 marzo e nel frattempo molte cose sono successe nel variopinto mondo di Calciopoli. Bongiorno è pronto a presentare altri documenti assai probanti che hanno a che vedere proprio coi presupposti dell’assegnazione dello scudetto 2006.
ROBA FRESCA Per esempio a Milano il giudizio civile che vede Vieri chiedere oltre 20 milioni di risarcimento al club nerazzurro e alla Telecom per i pedinamenti illegali (e non solo) della solita intelligence targata Inter hanno potuto ascoltare e verbalizzare quanto detto da Tavaroli, dalla signora Plateo (la segretaria e factotum che ha prodotto i numeri monitorati dallo specialista in tracciati telefonici, Adamo Bove suicidatosi in circostanze misteriose nel 2006), di Tronchetti Provera e – soprattutto – dell’investigatore Emanuele Cipriani, quello che materialmente redigeva i dossier dopo aver organizzato il lavoro di spionaggio illegale. Roba fresca, visto che nel 2007 quando Moratti rispose a Borrelli sulle denunce di Tavaroli tutto era in fase embrionale. Oggi c’è la carta che canta. E quella carta, Bongiorno la vuole scaricare in via Po 42, sede della Procura Figc, se Palazzi avrà la compiacenza di dargli un’occhiatina. Se si lavora su profili non strettamente giuridici quale l’opportunità di assegnare lo scudetto all’Inter, questa integrazione dell’esposto Vieri ci sta come il cacio (non il calcio, ahinoi) sui maccheroni. Insomma, la Juve si ritrova un alleato antico nella battaglia – stavolta legal-federale – Bobo Vieri. E a proposito della querelle legale al tribunale di Milano, udienza il 21 marzo prossimo: si deve decidere sull’ammissione dei consulenti tecnici per la quantificazione del danno.
IL TOMBALE La chiamata di Palazzi ha scosso (poco) le coscienze, arrivano i primi commenti neutrali. Ecco Leonardo, che con la sua puzza sotto il naso su Calciopoli vuole guardare avanti. Chissà se nella permanenza milanista avrà visto mai Meani al telefono in una delle 11 mila telefonate intercettate in soli tre mesi, diverse delle quali fatte o ricevute da arbitri in attività (122 al giorno). Probabilmente da qui è venuta la nausea. Ieri in Lega il presidente del Genoa (forte di una esperienza personale con la Figc sui procedimenti con radiazioni pendenti) ha sciorinato il suo “I have a dream”. «Non ho mai seguito Calciopoli, ma – ha detto Preziosi – siccome sono cose che appartengono al passato sarebbe bello un giorno metterci sopra una pietra tombale e parlare di calcio vero».
RIDICOLO? Logico chiamare in causa anche Abete. In altri tempi un presidente che bolla come “ridicola” un’indagine federale avrebbe persino rischiato un deferimento. Il presidente federale recinta lo sfogo di Moratti nell’ambito del duello Juve- Inter su Calciopoli. «Sono ancora le scorie delle situazioni derivate da Calciopoli. La cosa importante è che la Procura Federale, nel rispetto di tutti i soggetti interessati, porti a compimento, in piena autonomia, l’indagine che ha fatto partire il procedimento. La convocazione di Moratti va letta in questo senso. Il ridicolo di Moratti? Sono dichiarazioni che rientrano in un contesto di situazioni mai sopite tra alcuni club».
DE SANTIS Nel frattempo, in attesa dell’udienza del processo di Napoli del 15 quando dovrebbero presentarsi Nucini, Facchetti jr e Zamparini, si fa sempre più concreta la possibilità che per completare il lavoro sui contatti tra l’Inter e il mondo arbitrale si cerchi di sentire anche Massimo De Santis: proprio l’ex arbitro internazionale aveva una frequentazione telefonica con Giacinto Facchetti, allegate al fascicolo processuale di Napoli quattro sue telefonate con il presidente interista dell’epoca. De Santis non è più tesserato e, dopo aver scontato quattro anni di squalifica, pretende un nuovo processo sulle ragioni emerse riguardo ai fatti di Lecce-Parma che tanto cari gli sono costati. Qui, però, Palazzi indaga sull’esposto Juve e sulle ragioni ancora valide o meno per l’assegnazione del titolo 2006 all’Inter. Per una revocazione e la verità – che pareva chiara già nel 2006 – su quella strana partita c’è tempo e modo di chiedere giustizia vera.
Fonte: Tuttosport