CALCIOMERCATO JUVENTUS MOURINHO BIG – Tanto per ricapitolare e illustrare al meglio il quadro attuale: questa Juve che ha messo in fila tre sconfitte consecutive nelle ultime tre gare di campionato, ha perso in totale nove volte nell’attuale stagione con ulteriori dettagli imbarazzanti che vanno dal conto aggiornato dei 330 minuti fin qui trascorsi senza gol segnati per arrivare a un settore difensivo che in casa è il più battuto del campionato con 22 reti subite. Si capisce che qualcosa fatalmente non sta funzionando – tra le altre cose anche a livello della gestione tecnica. Ecco perché la questione Del Neri va analizzata con attenzione e, nel caso, direttamente affrontata.
Si è visto (due anni fa e anche l’anno scorso) che il cambio in corsa può risultare improduttivo, perché rischia di condizionare pure le scelte in prospettiva (vedi Ferrara), ma se l’emergenza è tale da produrre risultati vistosamente non all’altezza della tradizione, allora è il caso di valutare serenamente pro e contro. Come nel caso della scelta dei giocatori, non si deve prescindere dalla qualità. Il traghettatore giusto potrebbe essere un tecnico di personalità come Gianluca Vialli, che con il suo carisma e il consenso tra i tifosi rimotiverebbe tutto l’ambiente (forte anche di una buona cultura personale e calcistica, che non guasta) oppure come Claudio Gentile, che avrebbe il carattere e l’esperienza per compattare immediatamente il gruppo (così fece nell’Under).
Mentre l’allenatore ideale per il futuro dovrà necessariamente avere un curriculum di primo piano. Una cosa è chiara: non è più il tempo delle scelte avventurose. Servono certezze, nient’altro che certezze. L’opzione Ferrara avrebbe potuto avere successo solo se supportata da una dirigenza solida e presente che, invece, non si rivelò tale. Si ricorda al contrario, in quello stesso periodo, la svolta del Chelsea che dopo la separazione da Scolari, assegnò il suolo di traghettatore (aspettando Ancelotti) a un certo Hiddink.
Ora non è il caso di tentare esperimenti inediti, ciò che serve è un tecnico abbastanza navigato da saper guidare la squadra e, in qualche modo, da ispirare le decisioni della società. Un tecnico che sappia cos’è la Champions (come si affronta e come si conquista), quindi con una dimensione internazionale, e che abbia un’idea precisa delle caratteristiche dei giocatori a disposizione ma anche di quelli da ricercare sul mercato. Un tecnico capace di gestire al meglio pure la comunicazione, perché nel calcio moderno al più alto livello questo aspetto risulta fondamentale.
Mourinho docet. E se i pensieri sul portoghese sembrano azzardati sotto diversi profili (ambientale ed economico su tutti), l’identikit è comunque quello. Un Mourinho nel senso di chi sa conquistare la stima incondizionata del gruppo. Un Mancini – anche – come esempio di chi non ha paura di affrontare e gestire situazioni difficili e responsabilità pesanti. Oppure chi come Spalletti, Capello, Deschamps e Van Gaal ha già dimostrato di possedere i requisiti di maturità, stile e competenza. Indispensabili per guidare la Juve.
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