JUVENTUS-MILAN MOGGI – Acclamato in contumacia. L’orologio corre senza sosta, i cori fuori dall’Olimpico lo acclamano, lo inneggiano ma il palco che dovrebbe ospitare Luciano Moggi resta vuoto. Le voci si inseguono, gli sms si accavallano. «L’ha promesso in tv, da Chiambretti» . «Ma no, figurati, gli avranno consigliato di rimanere a casa» . Chi? I suoi legali per non «sfidare» il veto che ha congelato il direttore della Juve dall’estate 2006, o il presidente Andrea Agnelli? Poltrona vuota Alle 20 di Lucky Luciano neppure l’ombra. Il telefono è spento, gli sms rimbalzano senza novità. Il popolo juventino scruta la tribuna in cerca di vip mentre la telecamere di Sky inquadrano il posto, vuoto. In tribuna la primavera scorsa per vedere il Toro (in fondo con i granata Moggi ha affinato l’astuzia di manager), per la Juve no, troppe attese, troppi animi ancora esacerbati. Meglio evitare, prolungare la storia: l’orologio si è fermato allo stadio Delle Alpi al 7 maggio 2006, Juventus-Palermo 2-1 (gol di Nedved e Ibrahimovic), l’esultanza scomposta di Bettega e Giraudo in tribuna, Moggi seduto, tirato per la giacca. L’ultima in assoluto è invece stata a Bari, campo neutro, per Reggina Juve, scudetto numero 29 revocato. Da lì lacrime e rabbia, come quelle del popolo bianconero che, al gol di Gattuso, risponde invocando in coro il ritorno di Luciano Moggi e Marcello Lippi e l’esonero di Delneri. Condiscono il tutto l’ironico «Vinceremo il Tricolor» oltre a minacce a giocatori e società. Contestazione In tribuna c’è il ct della Nazionale Cesare Prandelli. Barbara Berlusconi è a Milano davanti alla tv, suo papà è invece presente alla partitissima ma solo negli striscioni di sfottò della curva: «Silvio stasera non Ruby, questa è solo una Vecchia Signora» . C’è anche spazio nel prepartita per la contestazione nei confronti dei giocatori di casa reduci da due sconfitte consecutive, un quarto d’ora di silenzio dalla curva sud e uno striscione eloquente: «È finita la pazienza, per voi solo silenzio e indifferenza» . La risposta della nord con una frase di Giampiero Boniperti: «Alla Juventus vincere non è importante, è l’unica cosa che conta» . E lo stadio applaude.
Fonte: Gazzetta dello Sport