CALCIOMERCATO JUVENTUS DELNERI MILAN – Chissà come l’aveva immaginata, questa partitissima, quando i bianconeri camuffavano il gap tecnico e sembravano ribellarsi alla fuga del Milan. Chissà cosa fantasticava negli spiccioli finali di Chievo-Juve, quando la vittoria appariva salda e i rossoneri distanti appena tre punti… S’è spezzato lì, il sogno di Luigi Del Neri: Pellissier che fa gol, Allegri che torna a +5, la Juve che si perde e, dopo la sosta, comincia a perdere.
«Allo scudetto adesso credo di più» : pontificò malgrado tutto. Difatti, alla partitissima, si presenta con il binocolo (Milan a +17) e con il paracadute. Perché rassicurazioni, giuramenti e promesse non ne puntellano sufficientemente la panchina: l’allenatore intuisce che, salvo rimonte-record, dovrà abbandonare il progetto a stagione chiusa, però la fiducia può dissolversi anche prima e stasera il rischio sarà moltiplicato.
SITUAZIONE – Il presidente Andrea Agnelli, dopo il confronto (processo) di lunedì, ha confidato «un dialogo più intenso», ha garantito che la storia non cambia e ha precisato che in estate cambieranno alcune cose. Il riferimento è alla squadra, ai rinforzi da innestare per completare la rifondazione e accrescere la qualità, tuttavia è chiaro che se dovesse sfuggire la Champions ripartire con Del Neri diventerebbe difficile. Rimandando all’estate i correttivi, e insistendo anche sull’unità del gruppo, il presidente esclude quindi ribaltoni estranei alla sua filosofia e alla tradizione del club: prima dei movimenti tellurici delle ultime gestioni, l’ultimo esonero, quello di Luis Carniglia, risaliva al 1969.
ALTERNATIVE – Oltre alla coerenza societaria, a tenere incollato Del Neri alla panchina, contribuisce la difficoltà di reperire un sostituto carismatico. Tra i disoccupati – è il risultato delle riflessioni dirigenziali all’indomani del crac con il Bologna – non s’intravvede un tecnico “da Juve” e nei quadri tecnici non figura “un Montella”: potrebbe prestarsi Pavel Nedved, che però riveste ormai un ruolo dirigenziale, non ha il patentino e probabilmente non ha nemmeno troppa voglia. Nell’eventualità, aspettando di assegnare l’eredità definitiva – Luciano Spalletti grande favorito – la soluzione più ovvia conduce a un traghettatore: Claudio Gentile e Pierluigi Casiraghi i principali candidati, accomunati dal passato bianconero e dalle esperienze nell’Under 21.
PREMESSE – Premesse e promesse, tuttavia, non mettono Del Neri al riparo da un divorzio immediato: se la Juve dovesse avvitarsi in una spirale di sconfitte, se non dovesse reagire, se dovesse continuare a rotolare nel precipizio che l’ha allontanata dalla zona Champions e ha trasformato la snobbata Europa League in obiettivo, se diventerà imprescindibile cercare comunque una scossa, le posizioni dovranno essere giocoforza riviste. Non è casuale che l’ad Beppe Marotta, dopo aver rassicurato a sua volta sulla continuità tecnica, abbia puntualizzato: «Del Neri, come tutti, è sotto esame» . Stasera, un risultato positivo concederebbe tregua; una buona prestazione potrebbe ritagliare un supplemento di fiducia. Ma se la squadra dovesse inciampare in un’altra figuraccia, difendere l’allenatore diventerà durissima. Sì, stasera Del Neri si gioca la Juve: il suo futuro dipende dalla partitissima che aveva immaginato probabilmente come sfida scudetto e che s’è ridotta invece a test per capire se la caduta è libera, se lo spogliatoio è saldo, se la confusione è superata. Non sono piaciute certe scelte tecniche, in corso Ferraris. E non è piaciuto che Del Neri non sia assunto responsabilità pubblicamente. Anche ieri, d’altronde, in una conferenza incentrata sulla sua posizione scricchiolante più che sulle stategie tattiche adottate, ha riepilogato gli infortuni, ribadito che la Juve è in costruzione e precisato che non cambierà le sue idee. Senza un filo d’autocritica. Ha anche detto di sentirsi tutelato dalla società: fino a quando però dipenderà dai risultati, primo fra tutti quello con il Milan.
Fonte: Corriere dello Sport
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