MILAN NAPOLI GALLIANI PATO SACCHI JUVENTUS – Aveva cominciato domenica scorsa, ma ieri sera Pato si è ripreso ufficialmente il Milan. Nove giorni fa il gol da 3 punti al Chievo, contro il Napoli, invece, il sigillo del 3- 0, ma soprattutto la presenza in tutte le azioni pericolose e decisive della gara: dal rigore provocato, sul fallo di mano di Aronica («Se non l’avesse presa, avrei potuto rimettere il pallone a centro area » , sostiene l’attaccante rossonero), all’assist per Boateng per il raddoppio, e per concludere il capolavoro che ha incenerito De Sanctis. Proprio la squadra partenopea era stata la sua prima avversaria, nella gara del debutto italiano. Era il 13 gennaio 2008 e, anche allora, il ‘Papero’ chiuse i conti con la prodezza del 5-2. Nella scorsa stagione, invece, sempre a San Siro e sempre contro gli azzurri, il brasiliano si infortunò per l’ennesima volta, chiudendo praticamente la sua stagione (in campo solo per le ultime due gare).«Non voglio parlare del passato, ma solo del presente – dice Pato, con il sorriso dipinto sul volto -. E stasera (ieri, ndr) sono molto contento: per aver giocato una grande partita, contento per aver conquistato 3 punti importanti e per avere grandi campioni al mio fianco, che per me sono come fratelli. Ora battiamo la Juve e sarà fuga vera. Se vinciamo a Torino non dovremo più pensare alle avversarie che inseguono».
MESSAGGIO – Dopo la rete del successo contro il Chievo, Pato aveva esibito i muscoli in campo e poi era fuggito sul pullman, in un silenzio che aveva qualcosa di polemico.« Mi sono tolto la maglia perché Berlusconi festeggiava i suoi 25 anni di Milan: era una dedica per lui» , racconta adesso, ma di sicuro in quel pomeriggio al Bentegodi qualcosa in lui è scattato. Non a caso, il brasiliano era tornato ad allenarsi un giorno prima rispetto ai compagni. « Ho bisogno di fare un lavoro specifico per sentirmi tranquillo e libero di fare ciò che mi piace di più, ovvero puntare l’avversario e andare alla conclusione. Ma voglio anche dimostrare il mio valore » .Forse perché prima del match con il Napoli, il ‘ Papero’ veniva da 3 panchine consecutive. «Voglio giocare sempre, come gli altri miei compagni. Ma so anche che tocca all’allenatore fare le scelte. E ciò che decide è per il bene della squadra » .
SBLOCCATO – Dubbi sulla sua ‘titolarità’, Ibrahimovic non ne ha mai avuti. Semmai aveva una gran voglia di segnare, visto che non lo faceva da 5 gare. Contro il Napoli c’è riuscito dal dischetto.«Il gol non era un problema. Se non segno, aiuto gli altri a farlo in altri modi. L’importante è essere lì » , precisa lo svedese, corso come molti suoi compagni ad abbracciare Pato, dopo la terza rete. « Ha disputato una gara eccellente ed è stato decisivo ». Lo svedese, invece, evita di confessare se il ‘ Papero’ sarebbe diventato oggetto delle sue furie, nel caso in cui Boateng non avesse trasformato in gol il suo assist. «Il pallone è entrato, quindi non si può dire nulla » .
COME SACCHI – Chiude il cerchio un Galliani raggiante: «Con Berlusconi abbiamo convenuto che stasera (ieri, ndr) il Milan sembrava quello delle grandi partite, quello di Sacchi. E’ stata una partita straordinaria e il Napoli non ha fatto nemmeno un tiro in porta. Ci voleva una vittoria così in casa dopo le sconfitte con Roma e Juve, visto che con l’Inter eravamo in trasferta. Il pubblico è stato fantastico e l’ho visto più caldo che in Champions. Pato? E’ sempre stato un giocatore eccezionale. Onore a Jankulovski, ha fatto bene ed ha giocato alla grande ». E il ceco ne approfitta per togliersi un sassolino, pur avendo chiuso con qualche noia muscolare: « Ho dimostrato di non aver mai mollato in questi mesi. E’ normale aver sofferto, ma questa per me è stata una grande serata » .
Fonte: Corriere dello Sport
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