INTER LEONARDO MOURINHO TRIPLETE – All’Inter rimane solo la rabbia per quel rigore tanto contestato dato al Milan che ha spianato la strada alla goleada sul Napoli. Ma le resta pure la consapevolezza che un altro avversario è ormai alle spalle e che quindi il campionato rischia di diventare un derby scudetto lungo undici partite. Il che, esalterà lo spirito guerriero di una squadra che non ha affatto intenzione di abdicare.
MEGLIO DI MOU I sogni di grandezza nerazzurri, sono giustificati dai numeri, visto che Leonardo, nelle 12 partite di campionato disputate sulla panchina dell’Inter ha ottenuto 10 vittorie, il che si traduce in una media punti di 2,5 a partita, superiore addirittura a quella ottenuta da Mourinho nel suo biennio scudettato ( 2,21 nel 2008/ 09, 2.15 la stagione successiva). Unico, in epoca recente a superare l’uomo di Niterói è stato Roberto Mancini nel 2006/ 07, ovvero nel campionato post Calciopoli, quello con la Juventus in serie B e il Milan penalizzato di 8 punti, chiuso dall’Inter a quota 97, frutto della manifesta superiorità sulla concorrenza. Quel campionato fu dopato dagli eventi, mentre la leomountada del brasiliano ha dello straordinario visto che in 53 giorni, oltre a 12 partite di campionato, l’Inter ha dovuto affrontare pure la sfida di andata col Bayern in Champions e ottavi e quarti di coppa Italia, con i 120 minuti di Napoli. In tutto fanno 15 partite, ovvero una ogni tre giorni e mezzo con un accumulo di stress straordinario, visto che c’era da rimettere in piedi una stagione quasi gettata via causa infortuni e una brutta deriva che aveva partorito i ko di Verona col Chievo e di Roma con la Lazio. Sconfitte che, unita alla disfatta di Brema, avevano convinto Moratti a compiere il grande passo di sostituire Benitez per invertire la spirale di negatività che aveva avvolto la Pinetina.
PENSO POSITIVOE Leonardo è ripartito proprio prendendo a picconate il pessimismo di Rafa: basta parlare di infortuni ( « Perché più ci pensi, più ti fai male » ) anche se l’emergenza non è mai realmente cessata ( « Ma io non sono qui a cercare colpevoli » ) , basta parlare di cose negative da Calciopoli ( « Mi annoia » ) alla questione arbitrale ( chissà se però arriverà qualche stoccatina per il contestatissimo rigore che ha spianato la strada al Milan). Leonardo ha portato un distillato di positività alla Pinetina ma anche idee nuove come il ritorno al rombo, per esempio, e la rinuncia a qualsiasi dogma: « Non ho un sistema di gioco preferito, ma inseguo un’idea di gioco » . Un’idea che non prevede il pareggio, visto che in campionato Leonardo o vince ( quasi sempre) o perde e che antepone la ricerca del gol ( « Il paragone a Zeman è un onore») a quella di non far segnare gli avversari.
CHE SPRINT! Non è un caso che l’Inter abbia segnato oltre il 53% dei suoi gol nell’ultima mezz’ora. Significa che la squadra fisicamente c’è e che non smette mai di credere alla vittoria. La gara di Genova, con le reti di Sneijder ed Eto’o negli ultimi venti minuti del match, a tal proposito va presa a paradigma. Per tutti questi buoni motivi, sognare in grande non è più un’utopia. Perché in campionato il Milan resta sempre nel mirino, in coppa Italia la semifinale con la Roma è apertissima e in Champions il Borussia Dortmund ha illustrato a Leonardo come si batte il Bayern Monaco in goleada all’Allianz Arena. Per questo, visto che sognare costa niente, nella Milano nerazzurra si cullano dolci sogni che portano alla pazza idea: quella di rifare il Triplete, un’impresa non impossibile (Leonardo potrebbe ritrovarsi presto con due squadre per gestire la volatona che porterà alla fine della stagione) che renderebbe immortale questa Inter. A tal proposito, sentite Milito: « Leo ha portato entusiasmo, la consapevolezza di essere una squadra forte. Ora siamo vivi, convinti di poter rimontare in campionato e ribaltare il risultato in Champions. Al momento non ci poniamo obiettivi: siamo in lotta in tre competizioni e cercheremo di affrontarle nella maniera migliore » .
Fonte: Tuttosport