CALCIOMERCATO JUVENTUS NESTI DELNERI LIPPI VIALLI – Potranno attaccarlo, dipingerlo come mediocre e provinciale. Inadatto per la causa bianconera e per qualsiasi squadra che non abbia come massima ambizione un semplice “piazzamento”. Farà la fine, probabilmente, dell’utile idiota anche Gigi Delneri. Dopo Deschamps, Ranieri, Ciro Ferrara e Zaccheroni anche il tecnico di Aquileia entrerà nella cerchia, non più ristretta, dei tecnici utilizzati cinicamente e biecamente da una società incapace di spendere con raziocinio oltre che di investire, seriamente, ingenti capitali su di un parco giocatori di qualità. Sino a quando si punterà a prestiti e a scarti di formazioni di mezza classifica, questo è certo, nessun allenatore in circolazione riuscirà ad invertire la tendenza a disputare stagioni disastrose. Ai limita della decenza, di quella decenza, che ha contraddistinto l’ultra centenaria storia della società bianconera.
Potranno pur cambiare tutti i manici di un ombrello usurato e malconcio, ma a Torino, sino a quando l’organigramma societaria sarà sapientemente impostato nel rispetto dell’antico gioco dello “scarica barile”, continuerà sempre a piovere. Sul bagnato di una squadra umiliata e sbeffeggiata da Bologna e Lecce, non esattamente due corazzate destinate a primeggiare in classifica, sulla pozzanghera di un ego calpestato da piedi troppo ruvidi per calcare il prato dello stadio “Comunale” sul quale a zampettare fu il “gallo” Platini. In caso di esonero, considerando le dimissioni una utopia ideologica per chi ama farsi cacciare incassando il proprio stipendio sino all’ultimo centesimo, tornerebbero in voga due grandi nomi del passato, entrambi pronti a sedere con compiti diversi sulla panchina della Juventus. Con la precisa volontà di proseguire il lavoro svolto in passato, in una epoca ben diversa, Andrea Agnelli starebbe valutando la possibilità di ingaggiare Gianluca Vialli e Marcello Lippi. L’ex attaccante della prima storica Juventus di Moggi, Bettega e Giraudo andrebbe a ricoprire il ruolo di allenatore sul campo, coordinato dalla pattuglia di lungodegenti dell’epopea targata anni novanta, ovvero Rampulla, Carrera e Pessotto.
Mentre Lippi, deciso a non rivestire i panni di allenatore dopo il disastroso appuntamento Mondiale in Sudafrica, accetterebbe di buon grado, come peraltro lasciato trapelato dalle ultime indiscrezioni, il posto peraltro già promessogli due estati addietro di direttore dell’area tecnica. Una coppia, quella formata da Lippi e Vialli, che riapproprierebbe la Juventus di una sicura e carismatica guida tecnica, caricando di maggiori responsabilità uno spogliatoio che, nel confronto post Lecce, avrebbe inchiodato Delneri in presenza del frastornato presidente Agnelli. Accusandolo di impiegare male, e secondo una logica del turnover errata, le forze a disposizione in organico. La scossa di un rimpasto in panchina esonererebbe dunque da ogni giustificazione una squadra apparsa ancora più svogliata e accidiosa di quanto non lo sia Delneri. Accovacciato, quasi in posizione fetale, per somatizzare la disastrosa lettura di partita contro il Bologna.
Giocare in casa, fare possesso palla e perdere due a zero, in una logica tutt’altro che desueta parrebbe dunque attribuire all’attuale Juventus un senso di impotenza superiore a quello manifestato nelle ultime annate. Trascorse ad additare i vari Ranieri, Ferrara e Zaccheroni di ogni male. Fra le noti dolenti, non può non figurare un direttore sportivo, Marotta, assolutamente alienato rispetto al bioritmo di uno spogliatoio in piena sommossa. Come dimostrerebbero i moti interni, non recepiti da Del Neri, contro Iaquinta, mal sopportato da buona parte dei nuovi acquisti, o i continui cali di tensione denunciati dall’intera truppa immediatamente seguenti a slanci di virile di ottimismo da parte di Marotta. Ma se, come pare, Vialli e Lippi attendessero soltanto l’ennesimo tracollo…
Fonte: Carlonesti.it
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