CALCIOMERCATO JUVENTUS DELNERI LIPPI – Gigi Delneri sarà senz’altro l’allenatore della Juventus fino a sabato prossimo. Oltre, non è lecito prevedere. La novità è che per lui c’è una data di scadenza, adesso: se la squadra continuasse a rotolare verso il fondo, sarebbe il primo (l’unico) a pagare. In realtà, né Agnelli né Marotta propendono per l’esonero. Ieri sera presidente, amministratore delegato e allenatore si sono riuniti della pancia del Comunale per una mezzoretta. Agnelli ha chiesto, Delneri ha spiegato, alla fine il tecnico ne è uscito con la coscienza leggera. “Abbiamo avuto un confronto molto schietto”, ha relazionato Marotta. “Alla fine, abbiamo detto a Delneri di andare avanti tranquillamente con il suo lavoro. Qui siamo tutti responsabili, tutti colpevoli: dirigenti, allenatore e giocatori. A Delneri non è sfuggita di mano la situazione, ha il controllo sulla squadra. Non è in programma, assolutamente, un cambio in panchina”. Però una breccia nelle certezze si è aperta, e potrebbe diventare uno squarcio irreparabile. “È chiaro che il lavoro dell’allenatore è sotto esame, come è logico che sia in questi casi. Dobbiamo fare attenzione che non si scenda sotto il livello di guardia”. La traduzione è abbastanza semplice: se i risultati continuassero a essere disastrosi, Delneri verrà licenziato. Con chi verrebbe sostituito è impossibile dirlo, ma il nome che sta circolando di bocca in bocca è quello di Marcello
Lippi. E l’ex ct è stato a lungo invocato dalla nostalgica curva degli ultrà, sabato sera.
Marotta ha in pratica ufficializzato ciò che nelle stanze juventine si andava sussurrando la settimana scorsa. Agnelli crede in Delneri, vuole che sia il suo allenatore anche l’anno prossimo ma è cosciente che il tecnico sarebbe indifendibile se i risultati restassero questi: oggi come oggi, la Juventus è fuori da qualsiasi tipo di Europa e a otto mesi dall’inizio dei lavori la squadra non ha manifestato alcun segno di miglioramento. Regredisce, anzi, di settimana in settimana. Delneri ha respinto la possibilità di dimettersi: “Assolutamente no”. E non ha fatto un minimo di autocritica, limitandosi a sciorinare una delle frasi fatte più in voga nel lessico stereotipato del calcio: “Quando si perde, siamo tutti responsabili, così come siamo tutti bravi quando si vince”. Non è esattamente quello che avrebbero voluto sentirsi dire i tifosi, che non hanno capito, ad esempio, il motivo per cui Martinez e Iaquinta siano stati titolari contro il Bologna, scelta rinnegata dopo appena 45′. “Ma dovreste informarvi. Iaquinta è uscito per un problema fisico, non per una scelta tecnica”. Come al solito, si direbbe: l’inaffidabilità dell’attaccante era un’altra ragione per non farlo giocare.
Marotta e Delneri si rivedranno in giornata, per la seconda rata di colloqui. Ragioneranno anche sull’eventualità di ritiro anticipato, provvedimento che però non piace al dirigente: “Rischierebbe di portare ulteriori tensioni a una squadra già vittima dell’ansia”. Alla fine, in effetti, nessuno parla dei giocatori: uomini generalmente modesti, molto ben pagati e in molti casi assai presuntuosi. Ieri in molti si chiedevano: ma davvero Melo è meglio di Mudingayi? La maggior parte rispondeva: no.
Fonte: Repubblica
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